L’ira Allegri non risparmia la Juve, urla nello spogliatoio: “Non hai toccato palla!”
La migliore Juventus della stagione ha perso in casa lo scontro diretto con l'Inter ed è finita virtualmente fuori dalla lotta scudetto. È caduta per un rigore molto discusso (contatto tra Morata/Alex Sandro e Dumfries) e per un altro non concesso (contatto tra Bastoni e Zakaria). È caduta perché, al netto della malasorte (doppio legno tra primo e secondo tempo), pur facendo gioco non è riuscita a trovare il guizzo decisivo: non ci sono riusciti Morata, Dybala e nemmeno Vlahovic che, ancora una volta, (gli era successo anche nel derby contro il Torino e Bremer) è rimasto incartato dalla marcatura subita.
"Ho visto una bella Juve, stiamo migliorando anche a livello tecnico – le parole di Massimiliano Allegri nel dopo gara -. Credo che da ora in avanti si potrà dire che siamo tagliati fuori definitivamente dallo scudetto e dobbiamo pensare a tenerci il quarto posto. Allo scudetto ci penseremo l'anno prossimo".
In tv il tecnico indossa la maschera della serenità apparente e del fairplay: non parla dell'arbitro ("evitiamo certe cose"), non commenta le sue decisioni né fornisce impressioni sugli episodi controversi, esprime un giudizio positivo sulla prestazione. È un'altra persona rispetto a quella vista in campo, dal vivo, a caldo, ripresa dalle telecamere al culmine dell'ira, che urla qualcosa verso il quarto uomo, toglie il cappotto e sbotta, lo lancia per terra.
È una furia per il penalty assegnato ai nerazzurri ("ma che cazzo dici… questo non è rigore"), grida verso la panchina dei nerazzurri ("c'erano tre espulsioni…") ed esplode quando Irrati prima annulla l'autogol di Danilo (scaturito dalla respinta di Szczęsny sul tiro di Çalhanoğlu), fischiando la punizione in favore dei bianconeri, poi ordina di ripetere la battuta (per la posizione di de Ligt, fiondatosi in area prima che il turco calciasse).
Un altro dettaglio non è sfuggito (ne dà notizia calciomercato.com) anche se in questo caso non è chiaro chi fosse il destinatario dello sfogo. "Non hai toccato palla", è una delle affermazione pronunciate a voce alta dall'allenatore, quando adrenalina e delusione sono ancora in circolo, al rientro negli spogliatoi. Con chi ce l'aveva? Lo si può solo ipotizzare: alla luce delle statistiche gli unici calciatori che hanno giocato pochi palloni sono stati Vlahovic tra i titolari (29) e Kean tra i subentrati (5).
Ma è solo un'interpretazione a corredo dell'amarezza per aver perso la grande opportunità di tornare in corsa per lo scudetto e doversi accontentare solo della Coppa Italia come obiettivo stagionale (la Champions è sfumata con altrettanto rammarico per il pesante ko incassato sempre a Torino ma contro il Villarreal). Ad aprile la Juve era abituata ad aver già chiuso (o quasi) la Serie A cucendo il titolo sul petto, ad ambire alla finale di Coppa in Europa. Adesso si dimensiona alla semifinale di ritorno con la Fiorentina e a dire addio in anticipo al titolo tricolore.