Lionel Messi: “CR7 e Ibra si auto-celebrano? Io preferisco far parlare il campo”
Cristiano e Ibrahimovic non perdono occasione di promuoversi? Preferisco lasciar parlare il campo e che siano gli altri a parlare di me.
Lionel Messi ha ricevuto la sesta Scarpa d'Oro della carriera, il premio consegnato al miglior marcatore della scorsa stagione nei top 5 campionati europei. Il secondo trofeo personale consecutivo dopo il Fifa The Best, va ad aggiungersi a una bacheca che trabocca di riconoscimenti, personali e di squadra. Quanti ne sono? In totale, compresi quelli da quando è a Barcellona, sono 78: dal titolo di campione del mondo under con l'Argentina (2005) a quello più recente che lo ha visto sul palco del Teatro La Scala di Milano per ricevere l'incoronazione ufficiale dal numero uno della Federazione, Gianni Infantino.
Voglio continuare a vincere con il mio club, il Barcellona. È una cosa che mi interessa più dei trofei individuali – ha ammesso nell'intervista al quotidiano spagnolo, Marca -. Se ho mai pensato di cambiare squadra? No, perché sono sempre stato nella migliore società al mondo e qui sogno di vincere ancora la Champions.
Cristiano Ronaldo, alter ego di un'epoca calcistica profondamente segnata dal dualismo tra il campione argentino del Barça e quello portoghese del Real Madrid (oggi alla Juventus), ha conquistato la scena di recente per aver toccato quota 700 reti. CR7 s'è auto-celebrato con un video pubblicato sui social network, Messi ha scelto un profilo differente.
Sono diverso da Cristiano e Ibrahimovic che non perdono occasione di promuoversi. Preferisco lasciar parlare il campo e che siano gli altri a parlare di me. Vincere The Best, il Pallone d'Oro o il Puskas non è una cosa che considero preminente. E comunque non si vince da soli per questo ho ringraziato Suarez e Jordi Alba, che mi hanno accompagnato alla cerimonia della Scarpa d'Oro.
Oggi Messi ha 32 anni, ha ancora un po' di anni di carriera davanti e sa che può dare ancora molto al Barcellona e all'Argentina. Ha vinto tutto o quasi finora, gli manca la consacrazione in nazionale che ha solo sfiorato. Magari sarà l'ultima cosa che farà prima di appendere le scarpette al chiodo.
Io stesso sarò il primo a dire basta quando capirò che è il momento. Ma questo lo scoprirò con gli anni. Non adesso, non ancora.