L’investigatore che ha pedinato per mesi Maradona: “La sua vita era un disastro”
“Quella casa non aveva via d'uscita, questa era la cosa buona. Era uno chalet e c'era solo una via d'uscita. Quindi abbiamo messo una macchina lì e ci siamo alternati. Quella casa era come El Corte Inglés. Abbiamo contato 18 o 20 italiani, argentini che andavano e venivano". Sono queste le parole che ha usato Charlie M., che era stato incaricato di essere l'ombra di Diego Armando Maradona a Siviglia nel 1992, in un'intervista al giornale spagnolo vozpópuli. Nell'anno dell'Expo, nella città andalusa arrivò il più grande giocatore di tutti i tempi e dopo quanto avvenuto nella fase finale della sua avventura a Napoli il club spagnolo decise di marcarlo a uomo per sapere tutto sulla sua vita.
La sua residenza era una casa di proprietà del torero Espartaco nel complesso di lusso Simón Verde, alla periferia della città, e i membri della squadra investigativa passavano ore a lì davanti per vedere cosa accadesse nella vita quotidiana del Pibe de Oro. Charlie M. montava sulla sua Kawasaki Zephir 750 e in merito alla comitiva che frequentava Maradona a Siviglia ha detto: "Qui a Nervión era amico intimo di una steakhouse argentina. Aveva una quindicina di italiani, Marco Franchi che era il suo rappresentante e dieci o dodici stronzi al suo fianco. Maradona era una brava persona, ma aveva un sacco di loschi figuri vicino a lui che li vedevano bere e dicevano: "Questo ragazzo è una merda".
Maradona arrivò a Siviglia nel settembre 1992 e ha debuttato contro l'Athletic Bilbao poche settimane dopo ma le cose sono iniziate ad andare storte all'inizio del 1993, dopo che il Diez decise di rispondere ad una convocazione della nazionale senza l'approvazione del club. Il suo rapporto con Salvador Bilardo si incrinò contro il Burgos dopo che il tecnico argentino, che lo aveva voluto al Siviglia, gli chiese di fare delle infiltrazioni per alleviare i dolori al ginocchio ma lo sostituì dopo 10′ nel secondo tempo. Diego non riuscì a trattenere la sua rabbia. Fu la sua ultima partita con il Siviglia e alcune settimane dopo fece ritorno in Argentina.