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L’intervallo di Milan-Liverpool a Istanbul, il più decisivo della storia: “15 minuti di shock”

Quando parliamo di Liverpool e Milan il pensiero va alla storica finale di Istanbul del 2005. Nell’intervallo di quella partita i rossoneri di Ancelotti conducono per 3-0, alla fine perderanno ai rigori. Cosa è successo in quei 15′ che cambiarono la storia del calcio? La versione più citata parla di festeggiamenti anticipati nello spogliatoio del Milan e di un discorso decisivo di Gerrard. Ma si è detto anche altro.
A cura di Andrea Lucia
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Il 25 maggio 2005 nell'intervallo della finale di Champions League tra Milan e Liverpool va in scena qualcosa di inaspettato, ancora oggi oggetto di ricostruzione da parte dei protagonisti. I rossoneri di Carlo Ancelotti avevano conquistato quel palcoscenico a suon di vittorie convincenti (Barcellona ai gironi, Manchester United, Inter e Psv) e, forti dei favori del pronostico, si ritrovano nello spogliatoio in vantaggio di tre reti dopo il primo tempo. Capitan Maldini la sblocca e la doppietta di Cresco mettono una seria ipoteca sulla settima coppa dalle grandi orecchie già dopo 45′. Nella ripresa, però, gli inglesi rimontano in soli sei minuti, per poi vincere la sfida ai rigori grazie a un Dudek in stato di grazia. Cosa successe in quei 15′ di break è stato rivelato più volte ma le versioni non sempre corrispondono. Si è detto che i giocatori del Milan avessero iniziato addirittura a festeggiare e che i loro avversari li avessero sentiti, incoraggiati dal discorso di capitan Gerrard. Tra rivelazioni e dichiarazioni smentite, nessuno può dire con certezza come andò realmente. Sicuramente i retroscena hanno contribuito ad alimentare la narrazione di una delle pagine più incredibili della storia del calcio.

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Com'è stato possibile che una squadra così forte ed esperta, che poteva vantare pedine del calibro di Nesta, Kakà e Seedorf, si fece rimontare addirittura tre gol di vantaggio? In casa rossonera sono stati tanti i protagonisti che hanno provato a rispondere. Eppure nulla sembrava far presagire ad una partita maledetta. L'allenatore di allora Carlo Ancelotti, intervistato da Goal.com, ha tolto ogni dubbio sui fantomatici festeggiamenti all'intervallo. "E’ vero che eravamo contenti perché avevamo giocato bene nel primo tempo, ma eravamo anche concentrati sulla ripresa. Non festeggiammo negli spogliatoi durante l’intervallo, come invece tante persone hanno affermato. Parlai con i giocatori per 3-4 minuti e dissi loro di rimanere concentrati per far sì che giocassero il secondo tempo come il primo". Le cose non vanno proprio così, sebbene in avvio di ripresa Shevchenko sfiori addirittura 4-0 su punizione. È un segnale: il Liverpool è ancora vivo e nel giro di una manciata di minuti Gerrard, Smicer e Xabi Alonso mettono la loro firma sulla rimonta. Il colpo di testa del capitano, il tiro dalla distanza che non ti aspetti e il rigore del mediano. 3-3 e tutto da rifare. “Quando arrivammo ai rigori, però, era impossibile vincere. I giocatori non erano più lucidi, continuavano a pensare come fosse stato possibile andare ai penalty dopo aver giocato così bene. Non avevamo più la testa giusta per calciarli e per questo perdemmo", ha confessato Ancelotti.

La versione dei protagonisti del Milan

Anche Paolo Maldini, in un'intervista al Corriere della Sera, smentì le voci sulla presunta festa durante l'intervallo, anzi parlò di una presunta lite: "Non è vero che nell’intervallo abbiamo festeggiato. Al contrario: abbiamo litigato. Ci siamo rinfacciati cose stupide, tipo un passaggio sbagliato. Allora Ancelotti ha urlato invitandoci alla calma". Il dettaglio riportato dallo storico capitano rossonero è stato confermato anche da Kaladze, difensore georgiano pilastro di quel Milan: "Eravamo disperati dopo Istanbul, ma poi abbiamo trovato la forza per vincere ancora. Non è vero che abbiamo festeggiato all'intervallo, anzi il mister ci diceva di stare attenti perchè la partita non era ancora finita". Una voce fuori dal coro viene da Cafu, anche lui titolarissimo di quegli anni, che a FourFourTwo ha rivelato: "E' vero che molti giocatori del Milan festeggiarono all'intervallo. Pensammo fosse la nostra serata e ci rilassammo. Quando segnarono i primi due gol accusammo il colpo. Quando segnarono il terzo non potevamo crederci". C'è chi, come Andriy Shevchenko, uno dei simboli di quella squadra, ancora non ci dorme: "Nei primi tre mesi dopo quella sconfitta così acida mi svegliavo gridando nella notte e cominciavo a pensarci. Mi capita di pensarci ancora oggi che sono passati sedici anni".

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La versione dei protagonisti del Liverpool

"15 minutes that shock the world" è il titolo del cortometraggio che svela i retroscena nello spogliatoio del Liverpool durante l’intervallo della finale di Istanbul. All'umore alle stelle del Milan si contrapponeva lo sconforto dei Reds. "Pensavo alle gente, alla mia famiglia, al buon nome del club: ero in stato di shock", disse Carragher. "Era un caos totale. Sulla lavagna c' era una formazione con 12 nomi", ricorda Smicer, autore del gol del 3-2. In quella circostanza il morale venne risollevato da due uomini in particolare: Rafa Benitez e Steven Gerrard. Dopo il primo tempo l'allenatore spagnolo non perse la sua proverbiale calma e nonostante le difficoltà linguistiche pronunciò le seguenti parole: "We are Liverpool, you' re playing for Liverpool. Give yourself the chance to be heroes". Poi si inginocchiò e alzò gli occhi al cielo, come per ricevere un aiuto divino per compiere l’impresa. Il capitano, invece, chiese a tutti quelli che non erano calciatori di uscire dalla spogliatoio e improvvisò un discorso motivazionale che l'ex attaccante Cissè ha definito memorabile: "Senz'altro è stato il più grande discorso che abbia mai sentito". "Quello che ci ha detto è stato il motore che ci ha permesso di andare a vincere la partita. Ci ha spinto a tirare fuori le palle. Ci ha spiegato che lui, essendo un ragazzo di Liverpool, non voleva in nessun modo vedere il proprio club umiliato in quel modo. Ci ha detto che se avessimo segnato nei primi 15 minuti avremmo vinto la finale". Indovinate di chi fu il primo gol? Il primo a parlare della festa nello spogliatoio del Milan fu Djimi Traoré, lo stesso che causò la punizione vincente di Pirlo dopo 50 secondi di gioco. "Non ho mai detto che stavano festeggiando, ma solo che si stavano facendo complimenti e applausi", ha poi ritrattato il terzino francese, peraltro smentito dai suoi stessi compagni. "Non ho sentito proprio nulla", ha replicato Xabi Alonso.

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