L’Inter ha scoperto di avere un problema con Barella: il suo atteggiamento in campo è un caso
Parte bene. Commette qualche errore. S'innervosisce e perde lucidità. Finisce male, facendo parlare di sé per gli scatti di rabbia. La fotografia della partita di Nicolò Barella contro la Roma è l'istantanea che spiega bene quale siano stato d'animo e condizioni dell'Inter. Perdere lo scontro diretto è doloroso. Perderlo incassando la quarta sconfitta su otto match di campionato brucia anche di più. E la depressione che ti prende se dai un occhio alla classifica peggiora tutto: -8 da Napoli e Atalanta in vetta, -5 dalla zona Champions, intruppata tra la settima e la nona posizione con Juventus e Sassuolo e con il dato allarmante dei 13 gol subiti rispetto ai 14 realizzati.
All'orizzonte c'è anche la sfida di Coppa con il Barcellona che rischia di essere già decisiva per le sorti del girone e della qualificazione. Dentro o fuori. Reagisci, e dai dimostrazione di essere vivo contro un avversario di blasone, oppure finisci allo sprofondo risucchiando nel buco nero anche l'allenatore.
I nerazzurri avranno abbastanza sangue freddo, personalità e maturità per sbrogliare la matassa? A giudicare dalla situazione in cui si trova uno dei calciatori più rappresentativi servirà uno sforzo notevole, personale e di gruppo, per ritrovare il bandolo e uscire dal labirinto pericoloso in cui la squadra s'è andata a ficcare.
Perché proprio Barella? Nel bene e nel male ha lasciato il segno sull'incontro. Non è certo l'unico colpevole: al di là delle ‘solite' perplessità che lascia Handanovic, l'atteggiamento del centrocampista nerazzurro e della Nazionale ha fatto discutere. È stato suo l'assist che ha permesso all'Inter di andare in vantaggio con Dimarco. Ma, ahilui e per Simone Inzaghi, è complice dell'azione che porta al pareggio della Roma. Si fa bruciare da Spinazzola e quando vede Dybala piazzarla dentro al volo avverte un tonfo fragoroso dentro di sé.
Da quel momento non sarà più lo stesso. Ansia da prestazione, smania di rimettere tutto a posto (anche da solo), la voglia di caricarsi le responsabilità sulle spalle gli giocano un brutto scherzo e ne resta schiacciato. Fa e disfa. Costruisce e distrugge.
Alcune immagini esclusive (evidenziate da DAZN grazie a una telecamera a bordo campo) chiariscono cosa (non) è stata la sua partita. Inizia con fiducia, tanto che la mimica spiega come cerchi di essere d'aiuto ad Asllani in campo al posto di Brozovic. Gli dice come sistemarsi, che movimento fare, come indirizzare il gioco. Ragiona e si comporta da leader poi però qualcosa cambia e li lascia travolgere dal loto oscuro.
Altri frame successivi mostreranno il volto peggiore del centrocampista. Protesta di continuo, sfiora il battibecco con gli avversari (in particolare con Mancini, salvo frenarsi per il richiamo dell'arbitro), gesticola in maniera palese con i compagni di squadra ricevendo qualche rimbrotto a muso duro, si accende in qualche mischia.
Ma è un'altra ancora l'istantanea che ne focalizza lo stato di disagio: viene fischiata una punizione alla Roma e lui la prende male. Serra i pugni, ha il viso tirato, l'espressione corrucciata. Porta via con sé la palla e la sbatte nervosamente a terra, allontanandola con un pugno. Ha tanta rabbia dentro, di quelle che ti fanno solo male. A lui e all'Inter che sembra essersi smarrita.