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L’Inter guida il fronte degli scontenti in Serie A: club pronti a non ripartire con gli allenamenti

L’Inter guida il fronte degli scontenti, che comprende anche Milan, Roma, Napoli, Cagliari, Verona, Atalanta, Sampdoria Genoa, e Udinese. Sono questi i club che chiedono una modifica alle norme che dovrebbero regolare il ritorno alle attività. La maggior parte delle società di Serie A, in linea con Assocalciatori, chiede infatti modifiche al protocollo soprattutto sui punti delle strutture che dovrebbero ospitare i calciatori in ritiro, e sulla gestione di eventuali contagiati.
A cura di Marco Beltrami
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Non è solo l'Associazione Italiana Calciatori a manifestare perplessità sul protocollo per la ripresa degli allenamenti di gruppo, ultimo step prima del possibile ritorno in campo. L'Inter infatti guida il fronte degli scontenti, che comprende anche Milan, Roma, Napoli, Cagliari, Verona, Atalanta, Sampdoria Genoa, e Udinese. Sono questi i club che chiedono una modifica alle norme che dovrebbero regolare il ritorno alle attività. Il club nerazzurro attraverso il suo ad Marotta ha definito "inapplicabili" alcuni punti, come quello relativo alle strutture e all'eccessiva richiesta di spazi per il ritiro dei calciatori. Senza dimenticare poi la gestione di eventuali positivi che, alla luce della quarantena obbligatoria per tutta la squadra, non offrirebbe garanzie sulla conclusione del campionato.

L'Inter guida il fronte degli scontenti: o si cambia il protocollo o non si gioca

È caos intorno al protocollo della Federcalcio per la ripresa degli allenamenti di gruppo previsti per il 18 maggio. Oltre all'Assocalciatori, anche diversi club hanno manifestato forti perplessità sulle norme che dovrebbero regolare il ritorno alla "normale" attività. A guidare il fronte degli scontenti c'è l'Inter. La società nerazzurra in primis ha puntato il dito sulla richiesta di spazi, reputata eccessiva a livello logistico per garantire l'isolamento. Le 27 camere presenti alla Pinetina non permetterebbero di ospitare, oltre alla squadra anche gli addetti ai lavori. Impossibile dunque isolare tutti i tesserati, se non facendo ricorso ad una struttura "esterna". A tal proposito l'ad nerazzurro Marotta ha chiesto modifiche, in tono perentorio: "Non vogliamo fare polemica – riporta Repubblica – ma semplicemente con queste regole non saremmo in grado di andare in ritiro. Per questo chiediamo che siano cambiate, o non avremo alternative".

Perché l'Inter e i club di Serie A chiedono di cambiare il protocollo

I problemi dell'Inter sono quelli di molti club di Serie A che dunque si schierano apertamente dalla parte di una modifica del protocollo. Oltre al discorso logistico, c'è una richiesta di chiarezza anche sulle tempistiche per il ritorno in campo, in maniera tale da poter andare in ritiro solo due settimane prima della ripresa. Al momento però nonostante l'ottimismo, non è ancora arrivato il via libera del Governo sulla data del 13 giugno, anche perché si vuole capire cosa succederà dal 18 maggio. L'oggetto delle maggiori perplessità però è senza dubbio quello relativo alla gestione di eventuali positività. In caso di contagio, tutta la squadra finirà in quarantena (al contrario di quanto deciso in Bundesliga o in Premier).

Nuovo incontro tra Lega Serie A, Figc e ministero dello Sport e della Salute per il protocollo

Una situazione che dunque alza notevolmente i rischi di una mancata conclusione del torneo. La discussione si infiamma, anche se la presa di posizione dei club potrebbe essere forte: o si cambia protocollo, o non si ritorna a giocare. Una posizione che i club hanno ribadito oggi, nell'incontro con le componenti mediche, con l'obiettivo di trovare soluzioni idonee e praticabili nell'applicazione delle istruzioni ricevute, con particolare riferimento alla quarantena di gruppo e alla responsabilità dei medici sportivi. E le possibili modifiche al protocollo saranno l'oggetto di un vertice in programma domattina tra Lega Serie A, Figc vertici della FMSI e al Dott. Nanni. Un incontro per individuare insieme un percorso costruttivo di confronto con il Ministro della Salute, con il Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, con il CTS, e giungere a un protocollo condiviso. Il tutto dopo l'incontro odierno

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