L’Inter fa cassa vendendo i talenti della Primavera: 100 milioni in 4 anni. Ma così è un po’ più “povera”
L'uovo oggi o la gallina domani? All'Inter, il dubbio, non si pone. Il club nerazzurro decide nuovamente di sacrificare un giovane della Primavera sull'altare dei conti, per mantenere competitiva la squadra attuale e non procedere con cessioni ben più pesanti. Meglio dar via un Casadei che uno Skriniar, penseranno in molti, ma la strada è la stessa tracciata già dal 2018, con incassi che superano i 100 milioni di euro negli ultimi quattro anni.
A tanto ammontano le valutazioni dei giovani del vivaio nerazzurro, ceduti (e in alcuni casi riportati alla base…) per far cassa in questo periodo. Non è bastato, però, per trattenere gente del calibro di Hakimi e Lukaku, quest'ultimo tornato solo in prestito e con un futuro che a questo punto potrebbe dipendere proprio dall'affare Casadei. Perché il Chelsea, che ha già ammorbidito la propria posizione sul centravanti belga, potrebbe essere ancor più indulgente dinanzi all'operazione che ha portato l'ormai ex gioiello del vivaio interista a Londra.
Inter, quante plusvalenze dalla Primavera
Che l'Inter sfrutti la propria Primavera per generare plusvalenze è cosa nota. Alle cessioni dei giovani nerazzurri si era interessata anche la Guardia di Finanza, ma la Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'indagine in merito alle valutazioni dei giocatori trasferiti dal vivaio interista a club italiani (sia di Serie A che di Serie B) o esteri, in alcuni casi senza mai nemmeno arrivare ad esordire in prima squadra.
Operazioni che hanno portato l'Inter ad iscrivere plusvalenze per 49,7 milioni di euro nel 2018 e 40,1 milioni nel 2019, passando da speranze disilluse come Santon (oltre 8 milioni di plusvalenza) ad altri giovani pressoché ignoti all'epoca: Valietti e Radu al Genoa (in due oltre 13,7 milioni di plusvalenza), Bettella e Carraro all'Atalanta, Odgaard al Sassuolo, Manaj all'Albacete, più l'inserimento di Zaniolo come parziale contropartita da girare alla Roma nell'affare Nainggolan.
Questo senza contare una serie di "porte girevoli", quelle che nel 2019 hanno visto ad esempio Pinamonti passare dall'Inter al Genoa per 19,5 milioni di euro (con plusvalenza da 19 milioni per i nerazzurri), salvo poi passare nuovamente all'Inter per 21 milioni (con altra plusvalenza, stavolta per i genoani, da 2,5 milioni) con costi pari a 500 mila euro per il prestito dell'attaccante contabilizzati dal Genoa nello stesso esercizio.
Una traiettoria non molto diversa da quella di Vanheusden, che nel 2019 è passato ai belgi dello Standard Liegi per 11,74 milioni di euro (plusvalenza da circa 9,5 milioni) e successivamente riacquistato per 16 milioni di euro. Con loro due, l'Inter ha contabilizzato nel 2019 più della metà del totale delle plusvalenze realizzate, alle quali aggiungere quelle di Adorante (3,95 milioni), Sala (2,95 milioni), Zappa (2,95 milioni), Burgio (1,46 milioni) Forte e Brigati.
Casadei riapre la lista dei giovani ceduti dall'Inter
Tra i Primavera del 2018 e quelli del 2019, l'Inter è riuscita ad incamerare plusvalenze per una cifra che si avvicina agli 80 milioni di euro. Il trend, però, non si è fermato in questo biennio. Nella stagione 2019/20 sono stati ceduti Puscas al Reading per 8 milioni (6,93 milioni di plusvalenza) e Karamoh al Parma (altra plusvalenza, stavolta da 3,47 milioni), inoltre è arrivato un mini tesoretto dalle cessioni di Merola, Rizzo, Palazzi, D'Amico e Radaelli (in totale, circa 1,6 milioni di plusvalenze), per un totale di 12 milioni di plusvalenze registrate grazie a giocatori che hanno a malapena raggiunto la prima squadra nel corso della loro carriera all'Inter.
Nelle ultime due stagioni, invece, sono pochi gli ex Primavera degni di nota ad aver portato qualcosa nelle casse interiste (Longo e Rivas, ceduti rispettivamente a Vicenza e Reggina), tant'è che nel 2021 il totale delle plusvalenze generate dalle cessioni dei calciatori si aggirava sui 2,3 milioni di euro, quasi interamente ascrivibili all'operazione che ha portato Politano al Napoli.
Il 2022, invece, è l'anno di Casadei. Le cifre non sono ancora ufficiali, ma l'Inter ha deciso di cedere uno dei prospetti più interessanti del proprio settore giovanile per far cassa: l'affare col Chelsea dovrebbe essersi chiuso sulla base di un conguaglio di 15 milioni di euro, più eventualmente altri 5 milioni di bonus, a riprova dei buoni rapporti tra i nerazzurri e la nuova gestione del club londinese, passato allo statunitense Todd Boehly dopo le ben note vicende che hanno portato all'uscita di scena di Roman Abramovich, destinatario di sanzioni da parte del governo del Regno Unito per via della sua vicinanza a Vladimir Putin. Dopo aver portato a compimento la trattativa per il ritorno a Milano di Lukaku, seppur in prestito, adesso le due società hanno trovato l'accordo per un giovane che non ha nemmeno fatto il proprio esordio in Serie A.
Che Casadei possa valere 20 milioni di euro, oggi, è tutto da vedere. Ma che l'Inter punti più sui propri giovani per non sacrificare i big, ormai, è diventata una prassi. Dal 2018, il club nerazzurro ha incamerato oltre 100 milioni vendendo i prodotti del vivaio, inclusi quelli che – come Casadei – non hanno mai messo piede in campo in Serie A. Una situazione diversa da quella che ha portato Zaniolo alla Roma, ma il precedente non ha fatto cambiare idea alla dirigenza interista. Il futuro si può anche vendere, pur di non mettere a rischio il presente.