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Inter Champions League 2019-2020

L’Inter domina per un tempo, Vidal rivoluziona il Barcellona

L’Inter per un tempo sfrutta al meglio difesa e contropiedi velocissimi. Il Barcellona fatica a incidere davanti e a proteggere la difesa. Con l’ingresso di Vidal, però, Valverde passa dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Cresce De Jong, più a suo agio in questo modulo, l’Inter si schiaccia, la doppietta di Suarez completa la rimonta.
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Per un tempo, l'Inter domina al Camp Nou. Fino all'intervallo, il Barcellona resta impotente, spaesato di fronte alle ripartenze fulminee, ai ribaltamenti veloci sulle fasce alle spalle del centrocampo. Messi e Suarez non si aiutano, Griezmann resta a galleggiare come un corpo estraneo. Poi però Valverde cambia tutto. Entra Vidal, esce Busquets e il 4-2-3-1 rivitalizza i blaugrana. Il secondo tempo si gioca a una porta sola, quella dell'Inter, che non si adatta al cambio di scenario. La doppietta di Suarez vale la rimonta e aumenta i rimpianti per le occasioni non sfruttate nel primo tempo.

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Lautaro sblocca subito, l'Inter blocca il tridente blaugrana

Valverde ripropone Sergi Roberto come terzino destro e non rinuncia a Messi nel tridente offensivo. Conte sceglie Candreva e Asamoah sullefasce con l'ex Juve che si abbassa in fase di non possesso. Messi e Suarez restano molto larghi quando il Barcellona fa girar palla da dietro ma l'Inter è velocissima a ripartire su una palla persa dai blaugrana a centrocampo. Il rimpallo su Busquets e la velocità di Barella nell'anticipo costringe Piqué a uscire alto e così crea alle sue spalle lo spazio per Lautaro nello spazio di mezzo di centro-sinistra. La difesa del Barcellona è scoperta sulla transizione negativa e il "Toro" può scattare, bruciare Lenglet (recordman di passaggi nella Liga) e incrociare.

Difensivamente, dopo il vantaggio l'Inter aspetta, si abbassa  e fa muro a ridosso dell'area. Assorbe le iniziative dei blaugrana che fraseggiano ma sbattono contro una rete elastica a maglie strette. E non sono così decisi nel compattare la prima linea di pressing una volta persa palla.  Messi e Suarez pressano poco o nulla, Griezmann resta più isolato nelle due fasi e questo consente ai centrali nerazzurri più tempo per avviare l'azione da dietro. Di fatto il Piccolo Diavolo è fin troppo mansueto, non aggredisce gli spazi e lascia a Semedo, innocuo pure lui in spinta, il compito di dare ampiezza alla manovra catalana.

Le posizioni occupate dai tre attaccanti del Barcellona: Suarez viene incontro ma Messi e Griezmann non attaccano l'area
Le posizioni occupate dai tre attaccanti del Barcellona: Suarez viene incontro ma Messi e Griezmann non attaccano l'area

L'Inter difende a quattro e riparte veloce

I nerazzurri difendono chiaramente a quattro, quando non addirittura a cinque, dietro. Funziona questa copertura contro il palleggio stretto dei catalani sulla trequarti e sui cambi di gioco anche se i tre centrali rischiano in almeno una circostanza di appiattirsi troppo verso la porta. Infatti il Barcellona e cerca soprattutto l'aggressione iniziale nei corridoi interni su una delle due corsie per poi dare palla bassa dietro per la mezzala che scatta da dietro.

L'Inter assorbe il maggior possesso del Barcellona ma la qualità nella gestione del possesso dei difensori centrali anche nello stretto permette all'Inter di ripartire velocemente una volta aggirato il pressing non sempre coordinato degli attaccanti.

Sensi e Barella vanno subito ad aggredire il portatore di palla e facilitano il ribaltamento veloce dell'azione. Le più pericolose azioni dell'Inter in avvio di partita nascono proprio da verticalizzazioni lunghe da dietro con Sensi che segue all'interno e dialoga con le punte. I tagli fuori linea di Sanchez sbilanciano la difesa blaugrana, poco compatta a centrocampo. Esemplificativo il contropiede che sull'asse Barella-Sanchez, illuminante il suo colpo di tacco, va a liberare Candreva sul lato debole.

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Sensi e Barella, primo tempo deluxe

L'ex Cagliari, come sempre molto generoso nel pressing e nei contrasti, tende a portar palla e ad allungarsela un po'  rischiando anche di farsi anticipare ma quando ha campo, in progressione, diventa un jolly fondamentale per la costruzione del vantaggio competitivo. L'Inter, infatti, tiene Godin molto stretto dietro, esce più facilmente verso sinistra dal lato di Asamoah, con De Jong più in difficoltà nella copertura sull'uomo senza palla, induce il Barcellona a compattare le linee in quella zona e poi va a ribaltare velocemente a destra dove Candreva corre a tutta fascia e Barella accompagna in traccia interna e va a sfidare in velocità Lenglet.

Da quella parte nasce anche il gol annullato a Candreva al 26′, un'altra dimostrazione comunque dell'efficacia nerazzurra nella copertura del campo, nel passare dalla difesa di posizione al pressing più alto che esalta le combinazioni veloci tra i due attaccanti, bravi anche a non rimanere sulla stessa linea in fase di non possesso. Gli scambi fra le punte diventano un fattore. Al 33′ si inserisce anche Sensi e il triangolo conduce al destro a colpo sicuro di Barella, chiuso da Semedo. Passano due minuti e Candreva crossa per Lautaro, dimenticato dai due centrali: notevole la parata in controtempo di ter Stegen. L'Inter ha il 34% di possesso nella prima mezz'ora ma se fosse arrivata avanti di due gol all'intervallo non avrebbe rubato niente.

I passaggi nel primo tempo tra Barcellona e Inter: evidente come i l'Inter sia entrata più facilmente e con meno opposizione in area
I passaggi nel primo tempo tra Barcellona e Inter: evidente come i l'Inter sia entrata più facilmente e con meno opposizione in area

Valverde inverte le mezzali, allontana così De Jong dalla zona più calda per le verticalizzazioni di un'Inter che costringe gli avversari ad adattarsi, che controlla il campo e il gioco, detta i tempi con l'autorevolezza di chi sa cosa fare anche contro le migliori d'Europa. La migliore occasione del Barcellona deriva da uno spunto personale di Arthur, il più versatile dei centrocampisti del Barcellona. Un'azione individuale, di forza, quasi occasionale. E' perfettamente coerente con lo sviluppo di un primo tempo in cui l'Inter non ha sbagliato nulla e ha creato almeno tre occasioni chiare nell'ultimo quarto d'ora.

La mappa dei tiri nel primo tempo: più efficienti i nerazzurri
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Secondo tempo: il Barcellona aggredisce di più e passa al 4-2-3-1

La partenza del Barcellona nel secondo tempo  è più decisa. Valverde asseconda la differente vitalità della squadra con il primo cambio della partita: dentro Vidal per Busquets. De Jong torna nel suo ruolo di playmaker in un centrocampo a due, di primo orchestratore della manovra catalana mentre Vidal si schiera da trequartista in quello che diventa un 4-2-3-1.

L'Inter ha qualche difficoltà in più a trovare linee di passaggio libere nella prima costruzione con i tre centrocampisti offensivi schierate al limite dei trenta metri. I blaugrana portano più uomini sopra la palla, l'Inter deve schiacciarsi di più per reazione. Non c'è nessuno però al limite dell'area su Suarez quando Arthur deposita un pallone morbido da destra; il "Pistolero" gira al volo in diagonale e pareggia. Serviva un'intuizione individuale al Barcellona per raddrizzare la partita. Anche se il nuovo modulo rende il Barcellona più sensato. Si vede che i giocatori interpretano la partita con più naturalezza, come se fossero maggiormente a proprio agio nelle rispettive posizioni anche prima del gol.

I primi 70 minuti di Arthur, il "tuttocampista" di Valverde
I primi 70 minuti di Arthur, il "tuttocampista" di Valverde

Valverde toglie Griezmann per Dembelé, che parte da sinistra, rientra e calcia da fuori col destro. Conte si copre con Gagliardini per Alexis Sanchez e avanza Sensi da trequartista per avere una maggiore presenza scenica, e fisica, a centrocampo. Nella nuova configurazione tattica del Barcellona, Messi ha più spazio e davanti la pressione aumenta per l'Inter che perde compattezza verticale tra i reparti.

Conte protegge la difesa dalle aggressioni negli spazi di mezzo con D'Ambrosio per Candreva ma l'Inter è schiacciata, fatica a ripartire con ordine e a risalire il campo con continuità. E alla fine, nonostante l'ingresso di Politano, l'Inter continua a subire fino allo spunto di Messi che appoggia ancora verso Suarez pronto a ricevere ai 18 metri sul centro-sinistra e lanciarsi verso il gol della vittoria.

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