L’insolenza di Portanova e Dybala nella lite in panchina con Koeman in Barcellona-Juve
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Manolo Portanova non aveva mai visto così da vicino la Champions League. Gli è capitato per la prima volta, a 20 anni, accomodato accanto a Paulo Dybala, in un tempio del calcio internazionale come il Camp Nou. È stato bere tutto d'un fiato un bicchiere di buon vino, inebriante abbastanza da farti perdere in un attimo ogni freno inibitore. Non è sembrato averne più il ragazzo, figlio d'arte (il papà, Daniele, ha giocato da difensore in Serie A, lui invece è centrocampista), che a un certo punto s'è lasciato trascinare dall'euforia e dall'entusiamo per la china che aveva preso la partita.
Bianconeri in vantaggio per 2-0, risultato quasi in ghiaccio e legittimato in seguito dal 3-0 che ha consegnato in premio la qualificazione da primi nel girone, oltre alla grande soddisfazione per aver battuto i catalani in casa. Sarebbe stata la stessa cosa con uno stadio ribollente di tifosi? Chi può dirlo… anche perché questo Barcellona – conciato così male – non fa più paura.
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Non ne fa affatto al giovanotto che, senza alcun timore reverenziale, con appena 56′ giocati in Serie A (con il Crotone), si rivolge al tecnico avversario con atteggiamento insolente: lo indica come fosse al bar tra amici mentre a qualcuno è sfuggita una ‘supercazzola', gli dice qualche parolina di troppo e poi gli ride in faccia con la complicità dell'argentino che gli dà manforte (e ne ribadisce la mimica). Non è chiaro cosa gli abbia dato il diritto di canzonare in quel modo Koeman, uno che la Champions l'ha giocata e l'ha vinta, uno che ha indossato la maglia della nazionale e l'ha anche guidata, uno che potrebbe prenderlo tranquillamente per le orecchie e invitarlo a fare un bel po' di flessioni e giri di campo (così da fargli smaltire la sbornia).
Cosa è successo? Lo ha spiegato lo stesso allenatore del Barcellona nel dopo gara: nel video, infatti, si vede come, accortosi dell'atteggiamento degli avversari, si rivolga verso di loro in maniera abbastanza stizzita facendo un gesto molto chiaro. Spazientito, li manda a quel paese. "La panchina della Juventus aveva chiesto un cartellino per Lenglet – ha ammesso Koeman. Hanno dimostrato di non avere fair-play e questo non fa parte del mio modo di essere".
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