L’inquadratura mostra Ranieri che parla con l’orologio: dietro quel gesto c’è un metodo studiato
Un po' d'emozione. Occhi lucidi per la commozione. Mani giunte e un saluto per rendere grazie. Claudio Ranieri s'è presentato così alla prima partita sulla panchina del Cagliari: ha ricevuto e s'è guadagnato un'ovazione per il debutto vincente.
Il 2-0 rifilato al Como è un tonico corroborante ma lui non si fa troppe illusioni. Ha capelli bianchi e spalle abbastanza larghe per non lasciarsi prendere da facili entusiasmi (né li trasmette). Guarda dritto davanti a sé: il sesto posto attuale è solo un punto di partenza, lo dice senza giri di parole (anche) dopo aver ottenuto un risultato e una prestazioni incoraggianti. "Sono moderatamente soddisfatto – dice al termine dell'incontro -, con questa vittoria abbiamo guadagnato autostima". È solo un primo passo, non si fa illusioni. "Metto l'elmetto e pedalo. So dove voglio arrivare, non mi interessa dove stavamo né dove siamo adesso".
Applausi a scena aperta e una curiosità: a un certo punto Ranieri, in piedi davanti alla panchina, è stato notato mentre parlottava. Era solo. Portava il polso vicino alla bocca e mormorava qualcosa. È un gesto che ha ripetuto più di una volta, in diversi momenti dell'incontro. Un episodio che non poteva passare inosservato e che ha destato la grande curiosità dei tifosi, quelli a casa e quelli che hanno assistito all'incontro da casa.
Non era un tic e nemmeno un trucchetto particolare. Non stava comunicando con un collaboratore. È stato lo stesso Ranieri a spiegare in conferenza stampa che quell'atteggiamento non era un rituale né frutto del nervosismo. In realtà stava prendendo appunti sfruttando la tecnologia, nella maniera più rapida ed efficace possibile. Annotava le riflessioni utilizzando un orologio/registratore da polso per averne memoria in un secondo momento, in sede di analisi dell'incontro e delle prove dei singoli.
"Intanto faccio i complimenti alla squadra – ha aggiunto Ranieri -. Quello che non mi è piaciuto e non è andato bene lo comunicherò alla squadra lunedì". Poco dopo fa chiarezza anche sul suo gesto e spiega che non stava parlando da solo: "È come avere un blocco degli appunti anche se in maniera diversa- Stavo raccogliendo sull'orologio tutto quello che secondo me non andava bene. Stavo parlando con me stesso. E con questi nuovi telefoni quando rivedo la partita so quali momenti andare a cercare direttamente. C'è chi scrive, io invece registro e così continuo a verificare le immagini".