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“L’infortunio non poteva strapparmi via dal gruppo”: la lettera di Spinazzola ai suoi compagni

Leonardo Spinazzola ha voluto scrivere una lettera ai suoi compagni di Nazionale prima della finale degli Europei a Wembley tra Italia e Inghilterra. Alcune righe, pubblicate da La Stampa, in cui l’esterno azzurro ha voluto caricare la squadra e raccontare tutta la sua emozione: “Non potevo abbandonare questo gruppo”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Leonardo Spinazzola sarà il grande assente della finalissima di Wembley tra Italia e Inghilterra. L'esterno sinistro azzurro è stato il grande protagonista della cavalcata vincente degli azzurri in questi Europei. Peccato per quell'infortunio e la conseguente rottura del tendine d'Achille che non gli ha consentito di poter proseguire il sogno di lottare con i propri compagni di squadra per alzare quel trofeo. Spinazzola è già a Londra e ha voluto stare vicino al gruppo azzurro. In una lettera pubblicata da La Stampa e indirizzata proprio al gruppo azzurro, ha voluto riservare un suo pensiero in vista di questa finale. Uno in particolare, a Bryan Cristante, il primo compagno di squadra a stargli vicino dopo l'infortunio ai quarti contro il Belgio.

"Tornassi indietro, riproverei quell'allungo". Inizia così la lettera di Spinazzola indirizzata all'Italia. Alcune righe molto profonde e significative che fanno capire al meglio la delusione dell'esterno della Roma per non essere in campo a lottare con i compagni di squadra. Parole però anche incoraggianti nei confronti di un gruppo diventato quasi come una famiglia: "Proverei quell'allungo altre cento volte ancora per andare a prendere un metro in più all'avversario e spostare la partita dalla nostra parte. Niente di straordinario, sono le regole degli Azzurri: in fondo a quest'avventura ci arrivi solo se sei disposto a dare l'anima per i tuoi compagni".

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Spinazzola carica Cristante: "Il primo a starmi vicino"

Un infortunio grave che non gli ha permesso di proseguire il cammino con l'Italia fino alla finale ma che non gli ha tolto l'entusiasmo e l'adrenalina del dna combattivo degli azzurri di Mancini che porterà con sé anche a Wembley: "L'infortunio mi ha strappato al campo ma non poteva portarmi via dal gruppo: anche mio figlio Mattia, tre anni appena, ha capito che papà, sul divano di casa, stasera proprio non ci poteva stare". Spinazzola non nasconde l'emozione per questa gara nonostante non riesca a stare in campo per via di quel maledetto infortunio:

"Poteva andare meglio ma anche peggio- continua Spinazzola – ci aspetta l'ultima battaglia di questo Europeo, il torneo che porterò dentro per sempre: dalle notti magiche dell'Olimpico fino al tempio del calcio contro i padroni di casa, di strada ne abbiamo percorsa". Poi sulle sue condizioni ha rassicurato tutti: "Sulla fascia tornerò tra qualche mese, ma mi piace pensare che staserà ci sarà di nuovo da spingere tutti insieme". Il sogno più grande in vista della finale: "Accarezzo un'immagine là in fondo: vorrei che le mani di Bryan Cristante, il primo compagno a consolarmi dopo l'infortunio, stanotte sollevassero qualcosa di più prezioso della mia testa: Ci siamo, Forza Azzurri".

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