L’indagine sulle plusvalenze sospette non porterà a nulla, Gravina: “Impossibile agire”
La Covisoc ha inviato al Procuratore della Figc, Giuseppe Chiné e al presidente federale Gabriele Gravina, una relazione dettagliata riguardante le plusvalenze realizzate negli ultimi da alcuni club di Serie A e riconducibili, nello specifico, alle sessioni di mercato del 2019 e del 2021. Ben 62 sarebbero le operazioni nel mirino della Commissione di vigilanza sulle società di calcio. Un numero enorme di trasferimenti messi sotto la lente proprio per l'enorme valutazione fatta di alcuni giocatori inseriti in quel determinato affare. In Serie A sono finite sotto i riflettori soprattutto la Juventus e il Napoli.
Ai bianconeri vengono contestate plusvalenze per oltre 40 milioni di euro per un totale di 90 in Serie A. Nel mirino della Covisoc soprattutto i casi Tongya-Aké con il Marsiglia ma anche l'operazione Cancelo-Danilo con il Manchester City e Pjanic-Arthur con il Barcellona. Per quanto riguarda il Napoli invece, ad accendere l'attenzione sul club partenopeo è stato soprattutto la dinamica dell'affare Osimhen. Un'operazione nella quale rientrarono anche 4 calciatori per un valore di 20 milioni. Oggi 3 di questi calciatori sono tornati in Italia dopo un anno e adesso sono in Serie D e un altro in C.
Gravina alza le mani: "Impossibilità di agire"
Tanti dubbi e poche risposte sui rischi che possono correre le società coinvolte e dunque anche Juventus e Napoli. Proprio come accadde nel 2008 per un'inchiesta simile nei confronti di Milan e Inter, quando fu appurata l'impossibilità di quantificare "il valore dei diritti di cessione dei calciatori professionisti, in assenza di parametri di riferimento certo o adeguatamente condivisi". Nel decreto di archiviazione, i magistrati motivarono in questo modo la decisione di chiudere il caso sottolineando come ad oggi non ci siano strumenti adatti per bloccare questo tipo di pratica. Possibile che per le società in questione possa esserci solo una pesante sanzione come accade al Chievo nel 2018 che in quell'occasione fu anche penalizzato di 3 punti in campionato (altra possibilità concreta come sanzione).
Ma nulla più. A spiegare proprio questo concetto è stato lo stesso presidente della Figc, Gabriele Gravina, che all'Adnkrons ha fatto il punto sulla situazione. "Questa è un'indagine conoscitiva non persecutoria – ha specificato il presidente federale – Visto il tema noto, si cozzerà sulla solita questione delle valutazioni soggettive o oggettive". Gravina, in pratica, alza le mani: "Siamo coscienti nella nostra impossibilità di agire". Possibile che la Federazione possa studiare per il futuro di mettere in pratica dei provvedimenti per casi di questo genere, ma a livello legislativo sembra esserci davvero poco da fare. "È un terreno abbastanza scivoloso – ha aggiunto ancora Gravina – Possiamo solo limitare i danni adottando alcuni provvedimenti che possono limitare questo fenomeno". Quello che intende Gravina come sistema per arginare il fenomeno, è semplicemente trovare il modo di far sì che il peso delle plusvalenze a bilancio risulti meno incisivo rispetto a quanto lo è adesso in modo tale da limitare tutto ciò.