L’incubo della Juve è realtà, ritrovata la carta segreta di Ronaldo: è tra le prove dell’inchiesta
Il più grande incubo dei dirigenti della Juventus è diventato realtà: tra le prove che hanno portato all'avviso di garanzia inviato dalla Procura di Torino c'è anche la tanto temuta "carta segreta di Cristiano Ronaldo". Ossia, quella di cui parlava con tono terrorizzato il direttore sportivo Federico Cherubini con il capo dell'ufficio legale del club Cesare Gabasio in una famosa intercettazione. "Se salta fuori ci saltano alla gola… tutto sul bilancio, i revisori e tutto" diceva infatti il ds bianconero facendo percepire quanto ciò potesse essere compromettente per la società piemontese.
E adesso, secondo quanto emerge dal verbale di chiusura dell'inchiesta sulle plusvalenze della Juventus nel triennio 2018-2021, mettendo insieme alcuni documenti rinvenuti dalla Guardia di Finanza in diversi studi legali difatti "la carta segreta di Ronaldo" sarebbe stata ricostruita e proverebbe, secondo l'accusa, un occultamento volontario di 20 milioni di euro dal bilancio della stagione 2020-2021.
Secondo il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello infatti questi documenti proverebbero che vi sarebbero state delle irregolarità durante la seconda "manovra stipendi", quella del 2021, messa in atto per far fronte alla crisi economica legata alla pandemia di Covid.
Durante i primi mesi della pandemia infatti la Juventus aveva depositato in Lega una riduzione agli stipendi dei suoi calciatori per una cifra che dunque non è stata inserita in bilancio. Un sms inviato dall'allora capitano bianconero Giorgio Chiellini ai propri compagni di squadra aveva fatto sorgere il dubbio sul fatto che la mensilità a cui i calciatori hanno effettivamente rinunciato fosse solo una mentre le altre tre, soltanto differite ad esercizi successivi, rappresenterebbero un escamotage studiato solo per mettere i conti in ordine in quella stagione.
Ma è soprattutto la seconda operazione di riduzione degli stipendi ad aver inguaiato la Juventus. Secondo l'accusa, infatti, non corrisponderebbe alla realtà neanche la riduzione degli stipendi di 17 calciatori bianconeri presentata in Lega nel periodo marzo-giugno 2021 per un risparmio in bilancio di 62 milioni di euro (di cui 20 milioni solo dalla rinuncia di CR7) frutto di una serie di accordi individuali che prevedevano il sistema dei loyalty bonus: ossia ingaggio ridotto ma eventualmente integrato nel caso di permanenza del club ad una data precedentemente fissata (insomma un premio fedeltà). Soldi che, nel caso di Cristiano Ronaldo (che il 27 agosto 2021 ha lasciato la squadra piemontese per tornare al Manchester United), non sarebbero stati spesi e pertanto non sono stati messi a bilancio.
Durante le perquisizioni effettuate negli scorsi mesi, però, sarebbero emerse "scritture private contenenti l’impegno incondizionato della società al pagamento degli stipendi oggetti di riduzione, anche in caso di trasferimento del calciatore". E tra queste anche quelle che riguarderebbero l'impegno segreto preso dai dirigenti della Juventus con il calciatore portoghese che gli avrebbe permesso di ricevere lo stesso l'integrazione per la riduzione di stipendio nel periodo marzo-giugno 2021 pur non avendo rispettato il termine principale del loyalty bonus. Un accordo che dunque avrebbe trasformato il "premio fedeltà" in un debito incondizionato che quindi andava iscritto immediatamente a bilancio (cosa che invece non è avvenuta).
La Juventus respinge tutte le accuse, ma se questo "raggiro" sarà provato, oltre a peggiorare la situazione della società bianconera e dei 16 dirigenti (tra cui il Presidente Andrea Agnelli per il quale si erano chiesti addirittura gli arresti domiciliari) indagati per falso in bilancio e false comunicazioni al mercato, la Juventus potrebbe tornare a rischiare anche sanzioni di tipo sportivo. La Procura della FIGC, che aveva già archiviato il caso plusvalenze fittizie, infatti, alla luce di queste nuove informazioni emerse potrebbe chiedere le carte dell'inchiesta alla Procura di Torino e aprire un nuovo procedimento sportivo.
Un contratto stipulato da un club e non depositato in Lega infatti può portare a sanzioni importanti: una grossa multa a cui può essere aggiunta anche una penalizzazione di uno o più punti in classifica, mentre il calciatore coinvolto rischierebbe una lunga squalifica. La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente se si dovessero invece provare le alterazioni di bilancio e che queste siano servite a rientrare nei parametri di iscrizione al campionato: in quel caso la penalizzazione in classifica potrebbe essere molto più consistente.