L’incredibile somiglianza tra Aké e Gullit scatena i tifosi: “Me lo dicono sempre”
La somiglianza tra Nathan Aké e Ruud Gullit è incredibile. Quando Frank de Boer lo inserisce al posto di Blind nella sfida contro l'Ucraina è impossibile non esclamare: "Ma sono due gocce d'acqua". Ed è come risolvere un rompicapo della Settimana Enigmistica nel trovare i tratti comuni. Per la serie: trova le differenze ma nel caso in questione è davvero difficile individuarne. Sembrano padre e figlio… pure questa è la versione più bizzarra e ironica che circola sul web. E qualcuno ci crede anche ma non è così nonostante l'uno appaia come il sosia dell'altro. "Me lo dicono sempre", è la risposta che ripete a menadito facendo un sorriso di scherno. Gli è successo spesso, soprattutto in occasione di un'intervista che l'ex giocatore gli fece quando era al Chelsea.
La capigliatura, prima di tutto: la chioma fluente raccolta in treccine è il tratto distintivo che rende facile, facile accomunare il calciatore del Manchester City (pagato 40 milioni per prelevarlo dal Bournemouth) all'ex campione del Milan di Sacchi e dei tulipani. Ma non è l'unico perché a ben guardare il taglio delle sopracciglia e degli occhi, l'espressione e la conformazione del viso oltre alla bocca (hanno quasi lo stesso sorriso) si resta stupiti. Cosa li rendi diversi? L'uno è difensore, l'altro indossava la magliava numero 10 e aveva vocazione offensiva.
Aké è nato il 18 febbraio 1995 a L'Aia, in Olanda, ma è originario della Costa d'Avorio. La Premier League l'accarezza fin da giovane: ha 16 anni quando lascia il Feyenoord e vola a Londra su consiglio di Didier Drogba. Benitez gli dà fiducia e gli regala la soddisfazione dell'esordio in prima squadra, Mourinho lo spedisce nel settore giovanile non ritenendolo all'altezza.
Reading, Watford e Bournemouth le squadre nelle quali viene mandato in prestito ma tra le fila dei Blues non farà più ritorno. Non gli basterà nemmeno la rete segnata al Liverpool al 93° che mandò ko i Reds avversari del Chelsea (allora allenato da Antonio Conte) nella corsa al titolo. Genoa e Napoli mettono gli occhi su di lui ma la Serie A resta una chimera di mercato. Guardiola lo nota e lo vuole con sé. In Nazionale scala le gerarchie e si fa valere. E la somiglianza con Gullit non c'entra.