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L’incredibile mercato del PSG, tutti a costo zero: Donnarumma, Sergio Ramos, Wijnaldum e Messi

Una campagna acquisti di parametri zero di questo livello non si era mai vista nella storia del calcio, da quando la legge Bosman ha consentito ai calciatori di riappropriarsi del proprio cartellino alla scadenza del contratto. Il PSG si è portato a casa Donnarumma, Sergio Ramos, Wijnaldum e Messi senza sborsare un centesimo ai loro precedenti club. Diverso è il discorso sugli ingaggi faraonici, che suscitano proteste e sospetti, spazzati via dal presidente dei parigini Al Khelaifi: “Abbiamo sempre rispettato il Fair Play Finanziario e lo rispetteremo sempre”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il trasferimento di Leo Messi al PSG è la ciliegina – si fa per dire – sulla gigantesca torta infornata in questa sessione di mercato dal club di proprietà del fondo sovrano del Qatar: sotto la Tour Eiffel sono arrivati Donnarumma, Hakimi, Sergio Ramos, Wijnaldum e Messi, più il riscatto a titolo definitivo di Danilo Pereira, che già aveva giocato a Parigi in prestito dal Porto nella scorsa stagione. A parte quest'ultimo, pagato 16 milioni di euro, ed Hakimi, per il quale l'Inter ha ricevuto 60 milioni più 11 di facili bonus che ne avvicinano il prezzo finale ai 70, gli altri 4 nuovi arrivi sono stati presi tutti a parametro zero, ovvero senza sborsare un euro per i cartellini.

Sergio Ramos e Messi approfittando della crisi finanziaria delle due big della Liga, Real Madrid e Barcellona, delle quali adesso si capisce l'urgenza di creare la Superlega vista come cura dei propri dissesti, Donnarumma dal Milan che non ha voluto esaudire le richieste di Mino Raiola, ed infine Wijnaldum dal Liverpool. Abituati come siamo a considerare i giocatori presi a parametro zero, svincolati dai propri club di appartenenza, come paccottiglia simile a quella presente sulle bancarelle dei mercatini rionali, è evidente che qua si tratta di tutt'altro, spia di un cambiamento in atto abbastanza epocale.

Giocatori di primo piano – ed ovviamente i loro agenti – hanno sempre meno interesse a rinnovare i propri contratti, in modo da massimizzare poi i propri incassi (incluse commissioni per i procuratori) quando arrivano a scadenza. Come conseguenza sempre più visibile, anche gli accordi tendono ad essere meno lunghi degli abituali quinquennali, proprio per avere sempre il coltello dalla parte del manico ed eventualmente lasciare i vecchi club senza neanche un euro in tasca. L'esempio del PSG è davvero clamoroso in tal senso: alla corte di Pochettino arrivano il miglior giocatore in assoluto degli ultimi Europei, il leggendario capitano del Real e della Spagna campione d'Europa e del Mondo nonché 4 volte vincitore della Champions, il capitano dell'Olanda e dulcis in fundo il miglior giocatore del mondo o in alternativa – per chi ritiene la questione aperta – il sei volte vincitore del Pallone d'Oro.

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Tutti presi senza versare un centesimo ai precedenti club di appartenenza. Ovviamente non si può certo dire che il PSG abbia fatto un ‘mercato d'occasione' improntato al risparmio. Guardando agli ingaggi emerge infatti la verità sullo strapotere economico del club acquistato nel 2011 dal Qatar Sports Investments: Donnarumma guadagnerà 12 milioni netti all'anno, Sergio Ramos 15, Wijnaldum ahi lui ‘solo' 10, Messi 35 più vari bonus ovviamente ‘pesanti'. Con questi esborsi – c'è anche Hakimi ad 8 +2, oltre al faraonico rinnovo di Neymar a 36 – il monte ingaggi del PSG diventa quello più costoso al mondo per quanto riguarda tutti gli sport professionistici, superando Real Madrid e Manchester United nel calcio, ma anche Golden State Warriors (basket), Los Angeles Dodgers (baseball), Dallas Cowboys (football americano).

In tutto ciò, il PSG sta cercando anche di convincere Mbappé a rinnovare il contratto che attualmente arriva a giugno 2022, con voci crescenti sulla volontà della stella francese di arrivare a scadenza – per lo stesso principio esposto sopra – e poi magari andarsene ‘gratis' al Real Madrid. Sul tema è stato perentorio, a margine della conferenza stampa di presentazione di Messi, il presidente parigino Al Khelaifi: "Tutti lo sanno: resta qui a Parigi. È un giocatore molto competitivo, che ha qualità da vincente. E una squadra più competitiva di questa è difficile da immaginare: per questo Kylian resta qui, per vincere".

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Tuttavia, oltre a Mbappé, ci sono altre tre parole che in queste ore stanno risuonando intorno alla faraonica campagna acquisti del PSG: Fair Play Finanziario. Ci si chiede infatti come sia possibile, pur col risparmio sui costi dei cartellini, pagare stipendi così alti che fanno schizzare il monte ingaggi oltre qualsiasi soglia sostenibile tenendo conto del rapporto spese-ricavi imposto dall'UEFA. In una stagione in cui peraltro – causa pandemia – per il PSG sono previste perdite per 204 milioni di euro, dopo averne persi 175 nel 2020. Leonardo ha avuto mandare di vendere quanto più esuberi possibile, ma non è che tra i nomi in lista di sbarco – fatta eccezione Icardi – ci siano top assoluti tali da abbassare vertiginosamente le spese.

Sulla spinosa questione FFP oggi la risposta di Al Khelaifi è stata secca, nessun'ombra deve aleggiare sul PSG degli sceicchi: "Stavo aspettando quella domanda. Abbiamo sempre rispettato il Fair Play Finanziario e lo rispetteremo sempre. Abbiamo verificato con i nostri consulenti finanziari e sapevamo che potevamo ingaggiare Messi rispettando le regole Quello su cui i media devono concentrarsi non sono solo gli aspetti negativi ma anche gli aspetti positivi che porterà". La polemica tuttavia è destinata a non finire qua.

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