L’inchiesta su Claudio Lotito: “Pagò in nero Zarate per aggirare le tasse”
Pagamenti in nero per aggirare le tasse. È la vicenda al centro del servizio di "Le Iene" su Claudio Lotito e sulla presunta strategia che il presidente della Lazio avrebbe adottato per alleggerire il carico fiscale sullo stipendio di Mauro Zarate. Oggetto dell'inchiesta è la pista di carta (e soldi) che collegherebbe la società capitolina a una holding con sede a Londra attraverso la quale sarebbe transitato il denaro prima di finire sul conto dell'ex attaccante argentino giunto nella Capitale nel 2008. Qualcosa, però, è andato storto e il meccanismo s'è inceppato.
L'agente del calciatore, Luis Ruzzi, ha spostato l'attenzione sul pagamento regolare – come da bilancio – solo di una parte dell'ingaggio concordato con l'attaccante sudamericano: ovvero, sette milioni di euro in cinque anni. Una cifra che, secondo la versione dei fatti del procuratore raccontata da Repubblica doveva essere di gran lunga superiore a fronte dell'intesa trovata (20 milioni di euro).
Che fine avrebbero fatto quei soldi? La differenza (13 milioni) doveva essere versata alla Pluriel Limited (la holding che il quartier generale nella capitale inglese) e successivamente girata a una società riconducibile al fratello di Zarate. Sarebbe stato questo il giro compiuto dal denaro, un escamotage pensato per sfuggire agli oneri dell'Erario rispetto a quella parte consistente di stipendio. All'appello, però, mancherebbero oltre 3 milioni di euro attualmente rivendicati sia dal giocatore sia dall'agente: cifra che la Pluriel non avrebbe mai versato.
Una vicenda intricata e che vede di nuovo Claudio Lotito sotto i riflettori nel giro di pochi giorni dopo le dichiarazioni sulla gara Juventus-Inter dell'8 marzo scorso, l'ultima partita della Serie A prima dello stop per l'emergenza sanitaria nazionale a causa della diffusione dei contagi da coronavirus.