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L’impressionante fisicità di Haaland: Upamecano rimbalza contro il “muro” norvegese

Erling Haaland nella finale di Coppa di Germania tra il suo Borussia Dortmund e il Lipsia ha conquistato la scena segnando la rete del momentaneo 2-0. Un’azione mix di forza fisica, velocità, furbizia e talento, in cui a fare una brutta figura è stato Upamecano già promesso sposo del Bayern Monaco.
A cura di Marco Beltrami
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I numeri di Erling Haaland ormai non fanno più notizia. Il bomber norvegese classe 2000 è stato il protagonista della finale della Coppa di Germania tra il Borussia Dortmund e il Lipsia. L’ex Salisburgo ha messo la sua firma sul match segnando il gol del momentaneo 2-0, il 38° in 39 partite stagionale. Un’azione travolgente in cui ha umiliato il difensore Upamecano, già promesso sposo del Bayern.

Non poteva mancare il suo sigillo nella sfida tra il Borussia Dortmund e l'RB Lipsia, valida per la finale di Coppa di Germania. Erling Haaland, difficilmente non si fa trovare pronto quando il pallone pesa più del solito. Il norvegese ha conquistato la scena con una bella iniziativa individuale in cui ha mostrato tutto il suo repertorio. Un mix di forza fisica, furbizia, velocità e talento, che ha fatto fare una pessima figura alla difensa avversaria e in primis a Dayot Upamecano, non proprio l'ultimo arrivato, che si è ritrovato a terra, mentre Haaland depositava il pallone in rete.

È partito dalla sinistra, conquistando velocità, dopo aver fronteggiato i difensori del Lipsia. Tra questi anche Upamecano, già colpo di mercato del Bayern, che ha provato a fermarlo, sfruttando il suo fisico e mestiere. Il centrale francese però probabilmente non si aspettava di trovare di fronte a sé un vero e proprio "muro", e infatti è finito quasi per rimbalzare sull'ex Salisburgo. Il finale? Haaland non si è spostato di un millimetro, e non si è lasciato sbilanciare, proseguendo nella sua azione finalizzata poi nel migliore dei modi, mentre Upamecano è stato costretto a lasciargli via libera domandandosi ancora cosa fosse successo.

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