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Liga, l’Assocalciatori (Afe) non convinta del protocollo: “Poca chiarezza, si torni a discutere”

L’Afe, l’Assocalciatori spagnola, avrebbe fatto presente come il protocollo presentato dalla Liga e approvato dal Governo per il ritorno agli allenamenti, sia ricco di carenze e garanzie. Non ci sarebbe chiarezza ancora sulla responsabilità per eventuali nuovi positivi, i ritiri da 3.4 settimane sarebbero considerati ‘anticostituzionali’ perché limitano le libertà dei giocatori e non potranno esserci meno di 72 ore di pausa tra due gare.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'Assocalciatori iberica avrebbe puntato i piedi. Dopo l'approvazione di massima del protocollo presentato al Governo per la ripresa degli allenamenti, l'Afe avrebbe infatti contestato alcuni punti cardine, come le procedure in caso di nuovi contagi tra i calciatori e soprattutto le responsabilità da assumersi da parte delle istituzioni. Il sindacato spagnolo ha pertanto chiesto di tornare a sedersi intorno ad un tavolo e essere parte integrante del dibattito.

In questo modo il calcio spagnolo potrebbe subire nuovi ritardi in vista di una sempre più complicata ottica di ripartenza. L'accordo raggiunto tra la Liga e le istituzioni sul produrre una documentazione relativa alle norme da seguire prima, dopo e durante gli allenamenti non ha soddisfatto l'Afe, l'Assocalciatori spagnola, che si è sentita ‘esclusa' dal dibattito e ha indicato come possibili ‘anticostituzionali' alcuni dei punti inseriti nel protocollo.

Primo punto: in caso di positività la responsabilità cadrebbe sul Ministero della Salute

In primo luogo, al centro della discussione sarebbe tornato uno degli elementi più delicati su cui prendere decisioni unanimi e definitive: l'eventuale nuovo contagio da parte di un calciatore quando riprenderanno le attività. L'AFE sottolinea come in caso di positività di un giocatore, le misure da adottare non dipendono da Lega e Federazione ma dal Ministero della Salute dal momento che siamo nel mezzo di una pandemia e di un grave problema di salute pubblica.  Dunque, i calciatori, come ‘semplici lavoratori' devono sottostare alle direttive del Ministero, non agli organi sportivi.

Secondo punto: ritiri di 3-4 settimane anticostituzionali per la libertà delle persone

L'Afe sosterrebbe che l'eventuale positività si tratti di una questione di salute sul lavoro, chiedendo dunque l'intervento diretto dello stesso Ministero e vuole che sul nuovo protocollo venga specificato in caso di positività di un tesserato se l'intera squadra verrà messa in quarantena o meno. Questo è il secondo punto preso di mira dal Sindacato perché gli eventuali maxi ritiri della squadra e di tutto lo staff per una durata elevata, di 3-4 settimane e significherebbe limitare i diritti e privare i giocatori di tanti giorni lontano dalle famiglie.

Terzo punto: partite troppo ravvicinate, almeno 72 di riposo

Terzo punto messo in discussione dall'AFE sarebbe anche il possibile calendario che si andrà a comporre con gare ravvicinate tra loro per concludere la stagione regolare entro i termini dettati dall'Uefa, cioè entro i primissimi giorni di agosto. Anche in questo caso, sarebbero state effettuate scelte sui calciatori senza coinvolgere gli stessi perché non possono esserci meno di 72 ore di riposo tra le partite.

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