L’idea della Premier League: vietate per un anno le esultanze con abbracci
Diverso. Sarà così il calcio che tornerà (se tornerà) nelle prossime settimane. In Germania sono un passo in avanti rispetto al resto d'Europa: dal 15 maggio, sia pure in stadio a porte chiuse, ci sarà il nuovo fischio d'inizio della stagione dopo 2 mesi condizionati dalla diffusione dei contagi che hanno alimentato la pandemia di coronavirus. Italia, Spagna e Inghilterra ancora non hanno trovato soluzione alle perplessità fortissime sui rischi per la salute e sull'assunzione di responsabilità.
Una cosa è certa, niente sarà più come prima. A prescindere dalle prescrizioni molto rigide dei protocolli di sicurezza, cambieranno anche la percezione e l'espressione delle emozioni nel corso di un match. Ricordate gli abbracci, le strette di mano, le pacche sulle spalle, il "dammi il cinque" e le ammucchiate di giubilo dopo un gol? Dimenticatele. Chissà per quanto tempo non faranno più parte dell'aspetto coreografico di un match. Forse per un anno e anche di più, come suggerito dai tabloid d'Oltremanica. Sarà impossibile e vietato "per legge" al punto da incorrere in sanzioni severe (come un'ammonizione).
È una delle riflessioni sul tavolo della Premier League che non ha deciso se, quando e come portare a termine la stagione: all'appello mancano 92 partite, le posizioni delle società sono contrastanti e il "partito del no" fa molti più proseliti di quanto si immagina.
Cos'altro non si potrà fare? Tutto ciò che contrasta con la regola del distanziamento sociale: oltre all'esultanza collettiva sarà vietato scambiare le magliette al termine delle partite, soffiarsi il naso in campo oppure sputare sul terreno di gioco. Pratiche "cameratesche" come sciacquarsi la bocca dalla stessa borraccia. Non basta, perché (sull'esempio della Bindesliga) cambierà anche il modo di stare in campo per i panchinari e lo staff tecnico: anche in quel caso tutto verrà predisposto all'insegna del distanziamento sociale e della sicurezza. Basterà tutto questo per garantire la tutela della salute dei tesserati?