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Li Tie svela di aver truccato partite e pagato tangenti per diventare CT della Cina: “Una dipendenza”

Li Tie, conosciuto in Europa per la sua esperienza in Premier League all’Everton, ha rivelato di aver truccato partite e pagato tangenti per poter diventare CT della Cina: “Non riuscivo a smettere.
A cura di Vito Lamorte
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Li Tie è un ex calciatore cinese che ha giocato anche in Premier League e ha ricoperto anche il ruolo di CT del suo paese tra il 2019 e il 2021 ma nelle ultime ore si sta parlando perché ha confessato di aver truccato le partite e pagato tangenti per riuscire a diventare commissario tecnico.

Questo ex centrocampista, che in Inghilterra ha vestito la maglia dello Sheffield United e dell'Everton, ha ammesso di aver manipolato partite e corrotto funzionari della federazione calcistica in Cina per assicurarsi il suo ruolo di allenatore della sua nazionale.

Dopo essere stato in Premier League, Li Tie è tornato a casa dopo un infortunio ma le cose si sono complicate per lui quando ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore: dopo aver ricoperto diversi ruoli per Guangzhou Evergrande, Hebei China Fortune e Wuhan Zall è diventato il CT della Cina nel 2019.

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Nel 2022 Li è finito al centro di un'inchiesta in cui ha dovuto affrontare accuse di corruzione e in questo filone sono finite tante figure di alto profilo del calcio cinese: durante una sua ospitata all'emittente statale CCTV, Li Tie ha confessato di aver pagato una cifra vicina ai 340mila euro in tangenti per assumere il ruolo di commissario tecnico della nazionale cinese.

Nella sua confessione l'ex calciatore e allenatore ha ammesso di aver avuto un ruolo importante in una serie di partite truccate durante il suo periodo come tecnico di club. L'ex calciatore dell'Everton ha dichiarato: "Mi dispiace molto. Avrei dovuto tenere la testa sulle spalle e seguire la strada giusta". E ha aggiunto: "C'erano alcune cose che all'epoca erano pratiche comuni nel calcio".

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Li ha affermato che fare il CT era uno dei suoi "sogni più grandi" ed è emerso che ha sollecitato l'intervento dei suoi datori di lavoro, all'epoca i vertici dello Wuhan Zall Football Club, per intercedere con la federazione e ha confessato le metodologie per truccare le gare e come questa fosse diventata una pratica usuale: "Ottenere il ‘successo' con mezzi impropri in realtà mi ha reso sempre più impaziente e desideroso di raggiungere risultati. Per ottenere vittorie ho corrotto arbitri, giocatori e allenatori avversari, a volte anche attraverso i club. Questo comportamento diventa un'abitudine e, alla fine, c'è anche una leggera dipendenza da queste pratiche".

Chen Xuyuan, l'ex capo della Federcalcio cinese (CFA), anche lui accusato di corruzione, ha commentato così la vicenda: "I tifosi possono tollerare l'arretratezza del calcio cinese, ma non la corruzione. Non c'è rimedio per il passato. Se ce n'è uno, sono disposto a pagare per questo con la mia vita".

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