L’ex portiere della Turchia, Rustu Recber, ricoverato per il virus: “Non respirava più”
La contrazione della malattia spesso per i fisici meglio allenati e più preparati si risolve in pochi attimi di paura e nulla più. Ma a volte la virulenza del contagio mette ko anche chi non te lo aspetti, come è accaduto a Rustu Recber, un'autentica icona del calcio turco essendo primatista assoluto con la maglia della Nazionale con cui ha conquistato il bronzo durante i Mondiali del 2002 in Corea. Risultato positivo, l'ex numero uno è oggi ricoverato in condizioni serie in ospedale e sulle sue condizioni ha scritto un lungo post, la moglie Isil.
L'ex Barcellona ha dovuto lasciare il proprio domicilio continuando la degenza in una clinica per l'aggravarsi delle proprie condizioni, avendo difficoltà respiratoria. Una situazione che ha condotto in apprensione i familiari, tra cui la consorte che via social network ha voluto raccontare la vicenda del marito, sottolineando l'importanza di seguire tutta la profilassi sanitaria, senza sottovalutare la gravità del contagio.
Le prime 72 ore di malattia sono le più delicate. Non si devono prendere alla leggera, perché questo virus non conosce il corpo umano e muta, cambia di ora in ora divenendo difficile da combattere. Quella di mio marito è una battaglia di una persona normale contro una malattia cattiva
Il racconto della moglie Isil
Isil Recber è entrata poi nei particolari della gravità della malattia sul marito Rustu: "Sembrava che avesse la malaria. Febbre alta e sintomi molto strani, mai visti prima. Respirava a fatica, faceva fatica a muoversi e parlava a fatica. Una vera e propria tragedia".
L'appello: restate a casa
Infine, la corsa all'ospedale e il ricovero,laddove le sale sono piene di degenti: "Il problema è che gli ospedali iniziano ad essere pieni, è un problema gravissimo. La malattia è orribile, bisogna individuarla subito. E' fondamentale, così come seguire le regole. Si deve restare a casa, isolati".