L’ex milanista Blomqvist vince Masterchef: aveva perso i suoi soldi, è diventato un pizzaiolo
Nel 1999 Jesper Blomqvist toccava la gloria sportiva riservata a pochissimi vincendo il Triplete col Manchester United, oggi a distanza di 24 anni la vita dell'ex milanista è quanto di più lontano potesse immaginare allora: il centrocampista svedese ha sposato la causa dei fornelli, anzi del forno a legna, visto che è diventato un pizzaiolo in patria. E poiché nello sport ha raggiunto il vertice assoluto, il 48enne mancino ha deciso di raggiungere l'eccellenza anche nell'arte culinaria.
La sua pizzeria ‘450 gradi' – in cui serve pizza rigorosamente "napoletana", come ci tiene a puntualizzare – è un locale molto noto a Lidingö, un'isola che si trova nella contea di Stoccolma, ed è stata premiata per tre anni di fila dal Gambero Rosso.
Insomma, Blomqvist ci sa fare, mostrando anche in questo contesto quel talento che nel 1996 aveva convinto il Milan a prelevarlo dal Goteborg, dove aveva vinto quattro titoli nazionali consecutivi. In rossonero le cose non andarono benissimo, visto che l'esterno di centrocampo fu coinvolto nel disastro tecnico di una squadra che da campione d'Italia l'anno prima con Capello finì undicesima in quella stagione con Tabarez, sostituito in corsa dal cavallo di ritorno Sacchi.
Fu il peggior piazzamento del Milan di Berlusconi e il peggiore in assoluto per i rossoneri nel dopoguerra dopo l'annata della retrocessione nel 1981/82. Blomqvist, arrivato nel mercato invernale, finì la sua avventura a Milano con 19 presenze e un gol in Serie A, salutando il Diavolo nel settembre successivo per trasferirsi al Parma di Crespo e Chiesa Sr. Anche qui durò un solo anno, approdando in Premier League allo United, dove avrebbe vinto tre campionati, la Champions leggendaria con l'incredibile rimonta in finale sul Bayern Monaco dopo il 90′ (giocò da titolare per le squalifiche di Keane e Scholes), la Coppa d'Inghilterra e l'Intercontinentale. Un palmarès pazzesco, che nessuno gli potrà mai togliere, così come le 30 presenze in nazionale col terzo posto raggiunto ai Mondiali del 1994, quando la Svezia perse 1-0 in semifinale dai futuri campioni del Brasile.
Quello che invece gli è stato tolto, anche per qualche investimento improvvido, è il denaro guadagnato in carriera. "Devo dire che è dura quando le persone mi chiedono che cosa sto facendo oggi e io rispondo: ‘Ho una pizzeria'. È difficile per il modo in cui la gente mi guarda, dall'alto in basso, poi gli devo spiegare che è la pizzeria migliore! Ma ora non mi interessa – ha raccontato al Telegraph tre anni fa – La gente sembra dire: ‘Sei lì perché hai perso tutti i tuoi soldi?'. Può essere, ma non me ne può importare di meno. Non è un problema. I calciatori sono molto viziati, è molto facile lasciarsi trasportare e perdere la prospettiva. Il denaro può distruggerti".
Blomqvist ha fatto capire cosa è accaduto ai suoi soldi, li ha affidati alle persone sbagliate nei suoi ultimi anni da professionista: "Sono stato sfortunato o non abbastanza attento, non ho riconosciuto che non tutti sono onesti. E gli stipendi dei calciatori non erano così alti come adesso. Comunque anche se mi fossi circondato di brave persone e avessi fatto investimenti normali, avrei aperto questo ristorante perché lo adoro".
Il tempo è stato galantuomo con l'ex centrocampista di Milan e Parma, la cui abilità da cuoco gli è valsa la partecipazione a Sveriges Mästerkock VIP, l'edizione svedese di Masterchef nella sua versione dedicata alle celebrità. Ed anche in questo caso Blomqvist si è confermato un numero uno, uscendo vincitore dalla finale. Un trionfo che lo ha riportato in auge come ai bei tempi e che ha celebrato con un post su Instagram, rendendo prima di tutto l'onore delle armi all'avversario battuto: "Che bel rivale che ho avuto dall'altra parte del tavolo della cucina e che finale emozionante che è stata. Anche se conoscevo il risultato, ho sudato guardandola in TV. Sono incredibilmente felice, grato e umile per la vittoria, sappi che anche tu Karl-Fredrik potevi vincere, è stata una finale dura ed equilibrata. Grazie a tutti per la bellissima avventura".
Il ‘pinguino biondo', come venne soprannominato nella breve esperienza al Milan, ha saputo trasformare tutte le difficoltà incontrate nella sua vita in opportunità: scelto da Alex Ferguson dopo aver fallito in Italia e rinato allo United, poi ha fatto il commentatore televisivo – dopo il primo ritiro a 31 anni per i problemi cronici al ginocchio – provando successivamente a tornare a giocare tre anni dopo, ma ormai come calciatore era finito. Ed anche il tentativo di intraprendere la carriera di allenatore nel 2010 è durato poco. In quel momento aveva 36 anni, non si è perso d'animo e dopo un po' si è dedicato alle pizze: alla fine non è tanto diverso dallo sfornare assist dalla fascia mancina dei campi di calcio. Blomqvist lo ha fatto per una vita. La sua prima vita.