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Diego Armando Maradona morto a 60 anni

L’ex medico di Maradona: “È morto perché curato male. Chi lo ha dimesso è stato incosciente”

Alfredo Cahe è stato per oltre 30 anni il medico di fiducia e di famiglia dell’ex Pibe de Oro. Il dottore ha criticato duramente la gestione del ‘paziente Maradona’: poteva essere salvato, è morto perché curato male. “Diego è deceduto per negligenza, incoscienza e inesperienza. Non ha mai ricevuto l’assistenza necessaria, nemmeno in clinica. E non doveva tornare a casa”.
A cura di Maurizio De Santis
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Maradona è stato curato male e chi ne ha autorizzato le dimissioni dalla Clinica Olivos è stato un incosciente. Alfredo Cahe è l'ex medico di Diego, per oltre 30 anni gli è stato accanto. Lo ha fatto soprattutto nei momenti peggiori della vita dell'ex Pibe: era con lui a Cuba, quando entrò in riabilitazione per disintossicarsi dalle sue dipendenze. Droga, alcol e quant'altro – poco alla volta – ne hanno schiantato quel cuore d'acciaio che aveva resistito anche agli attacchi più letali.

E adesso, quel dottore di fiducia e di famiglia, interviene pubblicamente per ribadire un concetto: con ogni probabilità D10s poteva essere salvato ma le sue condizioni avrebbero meritato ben altro tipo di cure e assistenza. Quelle ricevute negli ultimi tempi sono state tanto inutili quanto nocive. Negligenza, incoscienza, inesperienza, superficialità sono i quattro termini che Cahe utilizza nell'intervista a Radio Rivadavia le stesse motivazioni che hanno indotto la Procura di San Isidro ad aprire un'inchiesta sulla morte dell'ex campione argentino.

Le ipotesi di reato prefigurate sono omicidio colposo e abbandono di persona: imputazioni gravissime soprattutto se l'indagine attuale – nella quale per adesso è centrale la figura del neurochirurgo Leopoldo Luque – dovesse sfociare in un processo.

Diego non era in condizioni di essere dimesso dalla Clinica Olivos – è il primo atto d'accusa del medico -. E chi ne ha autorizzato l'uscita è stato un incosciente. Doveva restare lì ed essere sottoposto a un controllo costante e non andare a casa, che non era preparata ad accogliere un paziente nelle sue condizioni.

Maradona era stato ricoverato nella struttura di Buenos Aires per essere operato alla testa e subire la rimozione di un edema subdurale alla regione sinistra. Perché è tornato a casa e non è stato trattenuto in clinica è oggetto del dossier raccolto dagli inquirenti e adesso al vaglio del pool di magistrati che si occupa della vicenda. L'affondo del dottor, Cahe, chiama in causa anche i medici della Clinica Olivos dove l'ex Pibe ha effettuato parte della degenza.

Alla Clinica Olivos non ho visto che Diego era seguito con la necessaria attenzione – è la seconda accusa, durissima -. Non c'erano né un monitoraggio costante né un piano infermieristico adeguato. Maradona è morto per negligenza, incoscienza e inesperienza.

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