Lewandowski imprigionato dal Bayern Monaco, ma c’è una via di fuga: appellarsi all’articolo 17
Vedere ancora oggi, in pieno calciomercato, Robert Lewandowski al Bayern Monaco rappresenta un'assurdità totale. Eppure la realtà dei fatti dice che il campione polacco non ha cambiato club, malgrado lo avesse annunciato da tempo. I bavaresi hanno innalzato un muro impenetrabile, mostrando tutta la propria risolutezza a far rispettare all'attaccante il contratto, in scadenza solamente nell'estate 2023. Senza guardare in faccia a colui, che più di ogni altro, ha scritto la storia recente del club bavarese in Germania, in Europa e nel Mondo.
Lewandowski al Bayern Monaco è da sempre un marchio vincente: il bomber polacco ha contribuito a rendere immenso il club tedesco sia in patria che in giro per il mondo, portandolo a conquistare una serie impressionante di Bundesliga consecutive (otto in altrettanti anni) oltre a regalarsi e a regalare ai tifosi bavaresi un numero altrettanto incredibile di Coppe nazionali (3 Coppe di Germania e 5 Supercoppe Nazionali) oltre agli allori internazionali (una Champions League, una Supercoppa UEFA e un Mondiale per club). Il tutto annaffiato da uno score unico: 344 reti in 375 partite.
Tutto ciò sembrava essere sufficiente per trovare un accordo consensuale in vista della scelta di cambiare a 31 anni e lasciare Bayern e Bundesliga per trovare fortune altrove. Invece, alla società tedesca non è importato nulla a tal punto da blindare il proprio giocatore senza curarsi della sua manifesta volontà di partire, aprendo un contenzioso che ha creato un vero e proprio caso che tiene ancora in stallo gran parte del calciomercato internazionale. Un atteggiamento intransigente da parte della proprietà del Bayern che è stato ribadito nel corso delle settimane e che ora sta passando per le vie di fatto.
A sottolineare la linea seguita sin dall'indomani della scelta, unilaterale, di Lewandowski di lasciare il Bayern e di comunicare la propria decisione al club, il presidente onorario dei bavaresi, Uli Hoeness, che ha sottolineato la ferrea volontà di trattenere il giocatore: "Penso che le dichiarazioni di Oliver Kahn, Herbert Hainer e Hasan Salihamidzic, in cui dicono che Lewandowski adempirà al suo contratto, siano state chiare". Ribadendo ai media tedeschi un vecchio ma carissimo concetto: "Per come stanno oggi le cose a Monaco e da quello che ho sentito in diverse conversazioni, il Barcellona può risparmiarsi altre offerte".
E di offerte ce ne sono state per Lewandowski che ha il peccato originale di aver dato per scontato l'accondiscendenza da parte del Bayern, anche dopo le ultime indiscrezioni di frizioni con Nagelsmann, intrattenendo contatti con il club catalano sul finire di stagione, "promettendosi" al Barça. Conti senza l'oste, a tal punto che in Spagna hanno provato per ben due volte a farsi avanti: prima offrendo 40 milioni in contanti, poi passando a 45, inserendo una parte variabile in base a prestazioni e risultati. Risposta? Quella di Hoeness che si aggiunge all'elenco di quelle che il club ha sempre sostenuto.
Cosa accadrà adesso? Lewandowski e il suo entourage hanno alzato una cappa di silenzio davanti a tutto ciò che sta accadendo lasciando parlare il gossip. Intanto si sta lavorando ad una via di fuga che ha il suo grimaldello all'interno del "Regolamento della FIFA per lo status e il trasferimento di giocatori". L'articolo 17 intitolato "Conseguenze di un contratto senza giusta causa", in cui vi è il paragrafo "Manutenzione di stabilità contrattuale tra Professionisti e club" si delineano infatti le disposizioni che si applicano davanti ad un contratto concluso senza giusta causa, con l'obbligo per la parte in torto al pagamento di un compenso.
È la famosa "sentenza Webster", che scosse le radici del calciomercato mondiale sulla scia della più conosciuta "sentenza Bosman": nel 2006 Andy Webster, ex difensore degli Hearts of Midlothian, divenne il primo giocatore a sfruttare il trasferimento del regolamento aggiornato della FIFA, sfruttando l'articolo 17, e l'attuale situazione di Lewandowski ne ricalca i presupposti a favore del polacco.
L'articolo 17, perché possa essere applicato, deve rispondere a tre criteri precisi: il calciatore deve comunicare alla società dell'intenzione di rescissione entro quindici giorni dall'ultima partita giocata; c'è il divieto di trasferimento in una squadra dello stesso campionato nei dodici mesi successivi; si dovrà pagare un indennizzo alla vecchia società di appartenenza, calcolati sull'ingaggio e il tempo rimanente alla scadenza del contratto. Il primo parametro è stato già ottemperato da Lewandowski che ha da subito comunicato la volontà di andarsene; il secondo è avvallato dalla richiesta del Barcellona, club di Liga Spagnola; il terzo non sarà un problema visto che la buonuscita è calcolata sui 12 mesi restanti di contratto.
Dunque, con buona pace del club tedesco, tutto potrebbe andare a risolversi per vie burocratiche e carte legali, laddove non sussistano più i principi di collaborazione reciproca per trovare un accordo. Alla fine, con le cattive o con le buone, Robert Lewandowski andrà via dal Bayern Monaco, rovinando una favola bellissima, lunga otto anni e raccontata da oltre 40 gol a stagione.