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L’evento dell’Italia a New York è un fiasco, il racconto dei tifosi americani: “Un vero incubo”

La Nazionale di Spalletti ha partecipato ad un incontro all’Adidas Flagship Store a New York ma molti tifosi sono rimasti delusi dell’organizzazione. Un testimone ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza. La tournée americana dell’Italia si conclude con l’amichevole contro l’Ecuador.
A cura di Vito Lamorte
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La Nazionale Italiana ha partecipato ad un incontro all’Adidas Flagship Store a New York ma molti tifosi sono rimasti delusi. Se molti hanno immortalato l’evento per incensarne la bellezza e il fatto di aver visto i propri beniamini da vicino, altri hanno criticato sui social in maniera molto dura l’organizzazione di questa manifestazione che si è tenuta sulla 5th Avenue della Grande Mela. Un testimone ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza e l’ha definita “un vero incubo”.

A dare la sua versione su quanto accaduto è Wayne Girard, che lavora come freelance per l'AS Roma e per CBS Sports. Il suo racconto inizia così: “C’era questa notizia che la Nazionale Italiana avrebbe fatto un incontro all’Adidas Flagship Store New York ma nessuno sapeva che c’era bisogno di una braccialetto per entrare e bisognava iscriversi sull'app di Adidas prima di arrivare lì. Non era stato detto, non lo sapeva nessuno. E sto parlando di quasi 500 persone che erano lì. Ci siamo messi lì ad aspettare con alcune persone che erano lì dalle 6 del mattino. Altri erano arrivati più tardi e la coda era molto lunga. Era un giorno molto freddo a New York”.

Girard ha proseguito così il suo racconto: “Pioveva e abbiamo aspettato fuori, ma al momento in cui siamo entrati sono passate solo alcune persone, e hanno iniziato a dire “Oh, è chiuso, è chiuso, non potete entrare”. Nel frattempo altri hanno continuato a entrare. Quando siamo arrivati lì ci hanno detto che dovevamo iscriverci e tanti non hanno preso bene questa notizia. Poi è arrivata la polizia”.

La testimonianza è molto critica anche nei confronti della delegazione azzurra e non solo con l'organizzazione dell'evento: “Nessuno dei giocatori ci ha chiesto o detto qualcosa, perché erano al piano superiore, erano sul terzo livello e noi stavamo sul secondo livello. Non c'è stato nessuno della squadra che ci è venuto a dire “Oh ragazzi, scusate”. In realtà, non sembrava che i giocatori volevano essere lì e tante persone sono andate a casa tristi e frustrate. Alcuni mi hanno detto che erano lì dalla notte prima”.

Wayne Girard ha concluso così: “Non è stata una buona organizzazione, è stato un vero incubo. Che casino”. Oltre a questo racconto diretto ci sono molti commenti negativi sui profili social della Nazionale che incupiscono un po' il clima di amore e passione che gli italiani all'estero fanno sentire sempre alla selezione azzurra quando gioca in trasferta.

Oltre a questo incontro gli Azzurri sono stati accolti dalla comunità italiana dei newyorkesi in un evento organizzato allo Spring Place dalla National Italian American Foundation (NIAF) in cui erano presenti circa mille tifosi. Inoltre  Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, e Gigi Buffon, capo delegazione dell’Italia, hanno incontrato l’ambasciatore a New York, Maurizio Massari, e hanno promesso che gli Azzurri faranno di tutto per essere negli USA per i Mondiali del 2026.

L'Italia non giocava a New York da quasi vent'anni e dopo la vittoria contro il Venezuela, 2-1 grazie alla doppietta di Retegui; se la vedrà con l'Ecuador nell'ultima tappa del tour USA. Si tratta dei penultimi incontri prima delle amichevoli di giugno, contro Turchia e Bosnia ed Erzegovina, prima di EURO 2024.

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