L’esultanza di Cristiano Ronaldo è commovente: sguardo verso il cielo, verso il suo angioletto
Emozioni forti. Cuore in subbuglio. Animo ancora scosso. Cristiano Ronaldo è in campo per la prima volta dopo il grave lutto che ha colpito lui e Georgina Rodriguez: uno dei due gemelli dati alla luce dalla compagna è morto dopo il parto. E quando, dopo aver fatto gol all'Arsenal, ha esibito un'esultanza contenuta e scandita da un gesto in particolare: ha alzato lo sguardo e un dito verso il cielo. Lassù, da qualche parte, deve esserci l'anima bella e candida del piccoletto che non ce l'ha fatta.
Non era il solito CR7. Non ha festeggiato alla sua maniera. Non c'è stato alcun salto in alto con avvitamento finale accompagnato dall'iconico urlo "siiiiuuuu". Non era il caso. Non se la sentiva. Dopo quanto accaduto, tutto il resto passa in secondo piano anche se sei uno dei più forti calciatori al mondo e hai infranto record su record. La rete del 2-1 contro i Gunners è la centesima in Premier League ma quel senso di profonda tristezza che ha dentro di sé, almeno per un po', avrà il sopravvento su tutto.
A Liverpool non andò in campo. Come avrebbe potuto? La morte e le tragedie della vita ci rendono tutti uguali: il dolore ti scava dentro e basta, non importa quanti soldi abbia. Fa male e ti lascia scosso. Il campione portoghese comunicò la straziante notizia e fece l'unica cosa che avesse senso fare: restare accanto alla compagna e alla famiglia, circondato dagli affetti più sinceri e cari in quel momento durissimo. "Il vostro dolore è il nostro dolore", il messaggio che gli arrivò dalla community globale di tifosi, fans, calciatori e sportivi. Ad Anfield Road gli tributarono un lungo applauso, lo fecero al minuto numero sette (come il suo tradizionale numero di maglia) intonando una canzone e un omaggio bellissimi: You'll never walk alone, non camminerai mai solo, il coro scandito a squarciagola dei tifosi del Reds per una volta è stato intonato a beneficio di un avversario. Ed è stato molto toccante. "Grazie, non lo dimenticherò mai", la replica del cinque volte Pallone d'Oro.
La scena si è ripetuta anche all'Emirates: il cronometro segna il settimo minuto, la squadra di Arteta è già in vantaggio dopo un clamoroso errore difensivo commesso dal Manchester United (e questa volta Maguire non c'entra) ma il pubblico si alza per un altro motivo: all'unisono scatta la standing ovation che echeggia in tutto lo stadio. Ronaldo – che era stato già accolto da cori d'incoraggiamento durante la fase di riscaldamento – aggrotta le sopracciglia, serra la mascella, ha lo sguardo un po' cupo: ringrazia facendo una smorfia e un cenno d'intesa poi riprende a correre e fa gol.
Jadon Sancho sviluppa una bella azione sulla sinistra, tocca a Telles inventare il cross che innesca CR7 in area di rigore. L'ex di Real Madrid e Juventus è lesto abbastanza da leggere in anticipo la direzione dell'assist e calamitare verso di sé traiettoria e pallone. Il resto è un tocco d'interno collo che si spegne sotto la traversa. Gol e un magone grande così.