L’estate di porte in faccia a Cristiano Ronaldo: “L’età non gioca a suo favore”
L'ultima squadra a dire ‘no, grazie' a Jorge Mendes è stata l'Olympique Marsiglia. Il club francese ci ha messo lo spazio di qualche ora per smentire le voci su un possibile interessamento per Cristiano Ronaldo. CR7 ha ancora un anno di contratto e restare dov'è – alla luce delle opportunità di trattative sfumate – al momento sembra essere l'unica opzione reale. Da separato in casa. Spera di andare via ma nessuno è disposto a ingaggiarlo.
Nell'estate di porte in faccia collezionate il diniego dei transalpini si aggiunge in calce a una lista nutrita. In precedenza era stato il Borussia Dortmund a rigettare anche solo l'idea di trasferimento del campione portoghese. Bayern Monaco, Chelsea, Atlético e Real Madrid (addirittura il presidente, Perez, censurò la news con una battuta tagliente) in serie sono i top club che hanno escluso l'arrivo del cinque volte Pallone d'Oro.
Lo hanno fatto senza alcuna remora, nemmeno dinanzi a un calciatore della sua classe e della sua portata mediatica o dei numeri che può garantire, nemmeno dinanzi alla favola bella del merchandising che subirebbe un exploit oppure delle magliette che si venderebbero (se ne sono accorti anche alla Juve…).
La luna di miele a Old Trafford s'è trasformata in luna di fiele, è durata lo spazio di una stagione e una grande delusione per aver mancato la qualificazione in Champions. Non sono bastati 24 gol in 38 gare con i Red Devils per dare una svolta alla squadra. È crollato tutto, la rottura è totale.
I tabloid raccontano del malessere che serpeggia nello spogliatoio nei suoi confronti, per gli atteggiamenti da prima donna, quella che se le cose vanno male la colpa è degli altri, perché gli altri non sono alla sua altezza. C'è un esempio che spiega bene qual è lo stato dei rapporti tra il gruppo e CR7: pranza regolarmente da solo nel centro sportivo e viene descritto come una sorta di "cattivo umore ambulante".
Perché nessuno vuole Cristiano Ronaldo? "L'età non gioca a suo favore", le parole del tecnico del Bayern, Nagelsmann, che fanno da prologo a una spiegazione più ampia. Le ragioni sono quattro in buona sostanza: oltre all'aspetto economico (ha uno stipendio di 29 milioni netti) ed anagrafico (ha 37 anni), ingaggiarlo costituisce un rischio perché – nonostante l'integrità fisica – non è più brillante nello scatto come un tempo, non è più devastante in velocità e quando la squadra non ha la palla si rende avulso dal pressing collettivo.
Lui è lì davanti ad attendere la palla, gli altri si dannano l'anima. Per i tecnici diventa difficile trovargli una collocazione tattica: Solskjaer e Rangnick si sono bruciati, ten Hag si ritrova in una condizione spinosa.
E se una volta CR7 era in grado di fare la differenza coi suoi colpi e le sue reti, quanto accaduto al Manchester United (6° posto in Premier League) e alla Juventus (fuori dalla Champions agli ottavi e ai quarti, scudetto perso dopo 9 anni di dominio assoluto in Italia) lo hanno reso un orpello, un peso più che una risorsa.