L’esilio dorato di Mandzukic in Qatar per sette partite, un solo goal e zero feeling
Il nome di Mario Mandzukic torna caldo in Serie A. Il centravanti croato classe 1986 è finito nel mirino di mercato del Milan a caccia di un centravanti che possa svolgere le mansioni di vice Ibrahimovic. L'ex Juventus al momento è svincolato dopo la conclusione della sua avventura in Qatar con l'Al-Duhail. 6 mesi in cui ha collezionato 7 presenze con un solo gol all'attivo, confermandosi stando ai racconti dell'ex compagno di squadra Mandzukic, un personaggio "particolare".
Mario Mandzukic torna nei radar del calcio italiano dopo la sua lunga esperienza alla Juventus. Il croato attualmente svincolato, potrebbe essere l'occasione di mercato del Milan che, stando alle ultime notizie sulle trattative, avrebbe già incontrato il suo agente. Ma cosa ha fatto "Marione" nell'ultima stagione? Come sono andate le cose nella sua esperienza in Asia? Nel dicembre 2019, Mandzukic finito ai margini della rosa bianconera, dopo 4 stagioni da protagonista e con un posto speciale nel cuore della curva che ne ha sempre apprezzato piglio e generosità, ha accettato la proposta dell'Al-Duhail che ha messo sul piatto un ingaggio di 7.5 milioni di euro a stagione.
Le cose in Asia non sono andate benissimo per il croato, con 7 partite all'attivo e un gol. Il centravanti ha accusato il passaggio da un top campionato a quello qatariota, confermando la volontà di sentirsi ancora nonostante le 35 primavere un giocatore capace di giocare ad altissimi livelli. Nella scorsa estate ha infatti deciso di risolvere il suo contratto, finendo così nella lista degli svincolati. Numeri alla mano dunque il bomber non gioca una partita ad alti livelli dal maggio 2019 in occasione di un confronto tra Juve e Atalanta. A raccontare alcuni retroscena sull'esperienza di Mandzukic in Asia, ci ha pensato il suo ex compagno Benatia, che lo aveva preceduto trasferendosi dalla Juventus all'Al-Duhail nel gennaio 2019.
Ai microfoni di Tuttosport, si è soffermato in particolare sull'ambientamento dell'attaccante nella sua nuova squadra, molto particolare soprattutto per i compagni: "Mario è sempre uguale, non si smentisce. Prima che arrivasse mi hanno chiesto di lui, ‘vedrete – ho risposto – non è uno che sorride molto, ma sul campo ti puoi fidare perché dà il 200 per cento in ogni allenamento e in ogni partita, è un guerriero'. Loro però volevano sapere com’era come persona, è stato difficile spiegargli la sua particolarità. È un orso, ma buono, che difende la sua vita privata a tal punto che ai compagni, quando qualcuno gli ha chiesto che cosa facesse dopo gli allenamenti, ha risposto che non erano fatti loro".