L’esempio di Iunco a Verona, toglie il giocatore che offende gli avversari: “Contano i valori, non il risultato”
Antimo Iunco, ex attaccante che a Verona ha indossato le maglie degli scaligeri e del Chievo, oggi è allenatore di una squadra di calcio giovanile, la Fc Frazy Academy, che gioca nelle categoria Allievi Provinciali Under. L'ex calciatore ha compiuto che vale come monito ed esempio, molto più educativo di mille parole che spesso finiscono al vento, soprattutto se rivolte a chi non ha ancora abbastanza maturità da comprenderne in pieno il significato.
L'episodio è successo nella Città di Giulietta durante un match di campionato disputato contro il Parona, in vantaggio per 1-2 in trasferta. Iunco aveva già esaurito il numero delle sostituzioni, per rimontare il risultato poteva contare solo i ragazzi che ancora erano in campo. La sfida era aperta ma lui non ha esitato a prendere una decisione drastica, infischiandosene dell'esito dell'incontro, dinanzi a un comportamento scorretto di uno dei sui calciatori. A un certo punto, chi era nei pressi del terreno di gioco in via Tomas da Vico, ha sentito in maniera chiara un urlo proveniente dalla panchina: "Cosa fai! Viene subito qui!".
Quell'ordine perentorio era rivolto al giovane che, preso dalla concitazione della gara e con l'adrenalina in circolo, aveva esagerato spingendosi oltre i limiti dell'umano rispetto. Cosa aveva fatto? S'era rivolto verso la panchina avversaria facendo un brutto gesto, accompagnato da un'espressione altrettanto biasimevole.
È stato allora che Iunco, accortosi della cosa, non ci ha pensato due volte anche se la situazione sarebbe andata a suo svantaggio: ha preferito proseguire la partita in inferiorità numerica ma non lasciare impunito il calciatore che (come racconta il Corriere del Veneto) "aveva dato una pessima prova di sé un bruttissimo esempio ai compagni" oltre che al pubblico.
La reazione è stata d'istinto, da buon padre di famiglia che sa quanto sia importante l'intransigenza in determinati momenti e come sia bene intervenire con severità quando la situazione lo richiede. Un conto è il gesto di stizza, che rientra in quelle "cose di campo" che li stesso Iunco conosce benissimo perché erba e pallone li ha masticati direttamente fino a poco tempo fa. Altro ancora è mancare di rispetto.
"Il risultato non è tutto – ha aggiunto l'ex attaccante -. Parlo da padre, oltre che da ex calciatore che adesso fa l'allenatore. I ragazzi devono capire che nella vita ci sono certi valori più importanti del risultato, a cominciare dalla lealtà e dalla correttezza".
In 10 contro 11 la Crazy Academy ha subito anche la rete dell'1-3 ma a Iunco non interessava: ha preferito perdere ma dare una lezione di vita ai suoi calciatori piuttosto che alimentare certi atteggiamenti con la noncuranza, voltando la faccia dall'altra parte, trovando una giustificazione.
"Non ho avuto alcuna esitazione nel prendere quella decisione – ha aggiunto il tecnico -, ho pensato solo al pessimo messaggio che quel ragazzino stava dando a se stesso e agli altri. Negli spogliatoi ha pianto, si è scusato e ha capito. E mi ha fatto piacere che abbia compreso la portata del mio gesto anche il pubblico che ha applaudito. Il calcio è palestra di vita: diamo l’esempio, contano i valori e non la vittoria".