L’episodio virale ai Mondiali femminili: la marcatura è serrata, la reazione è stucchevole
Sgomita. Spinge via l'avversaria perché infastidita dalla marcatura. Ogni volta che sente il fiato sul collo le rifila uno spintone senza nemmeno degnarla di uno sguardo. Un normale contrasto in area di rigore su palla da fermo, quando il pressing si fa più serrato in particolare nel mucchio su azione d'angolo, diventa virale per l'atteggiamento che assume la giamaicana Chantelle Swaby nei confronti della colombiana Catalina Usme.
L'episodio è avvenuto durante la partita dei Mondiali femminili e ha strappato un sorriso (anche) per la dolce vendetta che la sudamericana ha consumato a freddo dopo aver subito il comportamento dell'avversaria. La calciatrice caraibica fa valere tutta la propria stazza: è alta quasi 20 centimetri in più e ha un fisico più strutturato rispetto all'avversaria, che misura 167 cm e una corporatura minuta.
Va a piazzarsi a pochi passi dalla porta e cerca di fare intorno a sé. Usme la tallona e non le dà pace: allarga le braccia e le sta addosso, non commette fallo perché il suo è un comune tentativo di ostacolare e disturbare una rivale. Ma viene respinta una volta, due, tre… fino a quando lei stessa non si rivolge al direttore di gara.
Cosa c'è di strano? La reazione di Swaby: a un certo punto, senza nemmeno voltarsi, si aggiusta i capelli raccolti in un codino, li toglie dalla spalla e li spinge dietro, restando impassibile. Mostra assoluta indifferenza nei confronti di Usme, prova perfino a ignorare il richiamo dell'arbitro, girandosi appena nella sua direzione per nulla preoccupata delle conseguenze. Anzi, sembra abbastanza seccata per quella situazione Cambierà umore quando il fischietto la chiamerà a sé assieme all'avversaria per redarguirla.
Le andrà anche peggio quando la stessa Usme, capitano della Colombia, metterà a segno la rete dell'1-0 decisica per la qualificazione delle sudamericane. L'azione lascia senza parole le giamaicane che subiscono la velocità, il fraseggio e le geometrie delle avversarie. Dopo aver ricevuto una splendida palla da Ana María Guzmán Zapata, l'attaccante 33enne l'ha messa nell'angolo laddove il portiere non può proprio arrivare.
La reazione delle caraibiche è stata immediata ma a nulla sono serviti i tentativi di superare l'assetto tattico delle colombiane, che hanno stretto i ranghi e si sono compattate tra centrocampo e difesa portando a casa una vittoria pesante. E alla fine a scrollare le spalle facendo un ghigno è stata proprio la Colombia.