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Lele Adani e il tormentone “facciamo calcio”: lo ha copiato da Maradona, spunta un video rarissimo

Per il suo tormentone “facciamo calcio”, Lele Adani ha attinto al modello più alto possibile. “A jugar!”, disse Diego Armando Maradona ai suoi compagni qualche anno fa.
A cura di Paolo Fiorenza
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"E facciamo calcio", il tormentone lanciato da Lele Adani negli ultimi tempi e sentito anche nelle sue telecronache RAI, è diventato ormai un classico delle sue storie social. Ma quel gesticolare a destra e manca, su e giù – come a disegnare traiettorie immaginarie di un pallone che viaggia da un lato all'altro del campo, sapientemente guidato da un'idea di calcio superiore e non speculativa – non è farina del sacco dell'opinionista emiliano, che ha attinto al modello più alto possibile. "A jugar!", diceva Diego Armando Maradona alla fine di un appassionato discorso, accompagnando il diktat – fatto a chi stava per scendere in campo assieme a lui – con gesti simili a quelli fatti oggi da Adani.

Maradona: "A jugar!". Per Adani è "facciamo calcio"

Parole e gesti del campione argentino, morto tragicamente a 60 anni il 25 novembre 2020, riaffiorano da un video sfocato molto raro, che risale al 2014. Maradona in quella circostanza si trovava in Marocco e indossava la maglia della nazionale nordafricana per una partita amichevole: al suo fianco c'erano anche autorità marocchine. Le immagini restituiscono un Maradona 54enne parecchio gonfio ma mai vinto – come è stato per tutta la sua vita – e soprattutto non privato della sua passione verace per il calcio, come dimostrano le parole che rivolge ai suoi occasionali compagni di spogliatoio.

Il discorso di Maradona in Marocco nel 2014

"Veniamo qui perché ci guadagniamo prestigio, ora dimostriamo rispetto alla gente, solo questo! E poi giochiamo!", si sente urlare Diego, determinato a trascinare i suoi compagni a dare il massimo per quell'apparentemente poco importante match di esibizione. È che per Maradona – quando rotolava un pallone su un campo – non esistevano match insignificanti, fosse una finale o una partitella tra amici. Il suo rispetto per il gioco era massimo, ed è il motivo per cui è stato un campione così amato dai tifosi e rispettato dagli avversari. "A jugar!", disse Diego quella volta in Marocco, disegnando poi con la mano – ovviamente sinistra – quei movimenti che a distanza di anni vediamo oggi replicare da Adani.

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