video suggerito
video suggerito

Legrottaglie: “Ragazze? Non mi sono fatto mancare nulla e senza faticare. Poi ho capito”

Nicola Legrottaglie racconta il prima e il dopo la sua conversione: “Quando sei calciatore, è tutto semplice. Si perde anche il gusto della conquista. Sono stato troppo egoista nei rapporti con alcune ragazze e mi sono pentito, ma per fortuna a 28 anni ho capito che non era quello il senso della vita”.
A cura di Paolo Fiorenza
359 CONDIVISIONI
Immagine

Da qualche mese Nicola Legrottaglie è disoccupato, dopo che lo scorso 30 giugno gli è scaduto il contratto che lo aveva legato per un anno alla Sampdoria come ‘head of performance'. Adesso il 48enne ex difensore pugliese vorrebbe fare altro: "Dopo aver giocato e allenato, sento che la mia strada sia quella del manager. Mi piace il campo, ma anche gestire le risorse umane. Alla Sampdoria ho vissuto una esperienza formativa come dirigente. Il mio modello è Leonardo, mi ispiro a lui. Mi piacerebbe tornare nei club dove sono stato protagonista in campo". Ovvero in primis Juventus e Milan, ma anche Chievo, Siena e Catania per citare quelle dove ha giocato di più, oltre alla nazionale, la cui maglia ha vestito 16 volte. La vita di Legrottaglie ha visto un prima e un dopo la sua conversione e il successivo battesimo nel 2006: "L'incontro con Gesù mi ha cambiato la vita, dopo tanti anni di incertezze ho capito che il vero senso della vita è servire Dio". Nella vita precedente, la voce "donne" era uno dei capitoli principali, poi è cambiato tutto.

Legrottaglie e le donne: "Quando sei calciatore, è tutto semplice. A 28 anni ho capito che non era quello il senso della vita"

"Se ho mai perso la testa per qualche ragazza della TV? No, però non mi sono fatto mancare nulla. E senza faticare – racconta Legrottaglie alla Gazzetta dello Sport – Quando sei calciatore, è tutto semplice. Vivi in un limbo e si perde anche il gusto della conquista. Sono stato troppo egoista nei rapporti con alcune ragazze e mi sono pentito, ma per fortuna a 28 anni ho capito che non era quello il senso della vita. Mi ha aiutato la Bibbia a svoltare. Oggi mi godo mia moglie e mio figlio di 10 anni, che gioca a calcio nell'Alcione e anche a tennis a livello professionistico".

Nicola Legrottaglie nel maggio 2024 a bordo campo per un Catanzaro-Sampdoria
Nicola Legrottaglie nel maggio 2024 a bordo campo per un Catanzaro-Sampdoria

Dopo essere diventato ‘Atleta di Cristo', Legrottaglie ha dovuto fare i conti con chi in campo ha iniziato a chiamarlo "prete" per innervosirlo: "Qualche attaccante me lo diceva in area pensando di infastidirmi. E quando ho iniziato ad allenare, me lo sono sentito urlare più volte dalle panchine avversarie: ‘Stai zitto, prete!'. Se è difficile coltivare la fede nel calcio? I miei compagni mi hanno sempre portato rispetto. Ho condiviso la fede con altri giocatori: con Kakà e sua madre, ad esempio, ho trascorso delle bellissime serate nelle quali si cantava e si ascoltava un messaggio biblico. Dio è il primo motivatore e lo penso fin da quando facevo il chierichetto da bambino".

Legrottaglie con la maglia della Juventus: ci ha vinto una Supercoppa e un campionato di Serie B
Legrottaglie con la maglia della Juventus: ci ha vinto una Supercoppa e un campionato di Serie B

"Nedved alla Juve era il più disciplinato: non veniva mai alle cene, lui alle 9 di sera era già a letto"

Nicola ha militato nella Juventus dal 2003 al 2005: "Amavo le serate con gli uruguaiani, un po' del sud come me – racconta oggi – Stavo benissimo con Montero, Zalayeta e Olivera: si chiacchierava davanti a una birra per ore. Nedved era il più disciplinato: non veniva mai alle cene, lui alle 9 di sera era già a letto. Camoranesi era estroso e buono, come diceva lui scherzando: ‘A forza di ritardi e multe, finanzio un sacco di opere benefiche'. E poi Tudor: ogni tanto a Igor venivano i 5 minuti in allenamento, si toglieva la casacca e se ne andava".

Quanto al "sogno mai realizzato", Legrottaglie svela il suo: "Mi piacerebbe vivere un'esperienza da missionario in Africa. Anche se in realtà l'Africa è ovunque, a partire dal nostro vicino di casa o di scrivania al lavoro. Bisogna sempre cercare di creare missioni nelle proprie città unendo le persone".

359 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views