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Lee Hendrie, ex Premier League: “Ho provato a suicidarmi cinque o sei volte, ero disperato”

L’ex stella dell’Aston Villa, Lee Hendrie, oggi 43enne, stimato commentatore sportivo ha svelato i difficilissimi momenti di fine carriera, quando si ritrovò improvvisamente sul lastrico per alcuni investimenti immobiliari sbagliati: “Una mattina decisi di farla finita. Mi risvegliai in ospedale attaccato ad una macchina che mi teneva in vita. Quando mi ripresi, lo feci nuovamente. Ero disperato”
A cura di Alessio Pediglieri
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"Ho provato a suicidarmi, almeno cinque o sei volte". Così, l'ex stella dell'Aston Villa (16 stagioni e una Coppa Intertoto nel 2001), Lee Hendrie si è raccontato in diretta alla trasmissione sui canali ITV "Harry's Heroes", incentrata sul racconto delle storie di ex giocatori in pensione e dei loro drammi durante la carriera. Insieme ad altri due ex calciatori di Premier, Paul Merson e Vinnie Jones, anche loro con i loro fantasmi personali, Hendrie ha raccontato ciò che aveva già espresso anni prima in altre interviste: la sua lotta alla depressione.

Oggi, felice 43enne e padre di cinque figli, Lee Hendrie è uno stimato commentatore sportivo sui canali di Sky Sports, una professione che ha aiutato a salvarlo dal baratro: "Devo ringraziare ogni giorno tutte le persone che hanno creduto in me e hanno imparato a conoscermi al di là do quanto si dicesse sui tabloid. A Sky Sports sono rinato, mi hanno permesso di rialzare la testa, di riemergere dall'abisso. Provo a impegnarmi, a lasciarmi alle spalle tutto ciò che mi è accaduto anche se è dura perché temo che tutto prima o poi possa improvvisamente finire e ritrovarmi come alcuni anni fa, disperato".

I problemi di Hendire iniziarono a fine carriera, dieci anni fa, quando decise di investire tutto il proprio patrimonio nell'immobiliare, un settore che in pochi mesi crollò rovinosamente, trascinandolo con sè. Una catastrofe economica, per un giocatore che passò dal guadagnare 30 mila sterline a settimana a poco più di nulla: "Caddi in una profonda depressione. La mia casa, quella di mia madre erano in vendita, non avevo più un soldo, ero fallito. E' allora che una mattina decisi di farla finita. Non ricordo più nulla, mi risvegliai in ospedali attaccato ad una macchina di terapia intensiva che mi teneva in vita. Quando mi rimisi, provai a farlo di nuovo".

L'ex calciatore della Premier League continua nel suo drammatico ricordo: "Non ero più in grado di capire cosa stesse succedendo.Non volevo nemmeno parlarne. La carriera era quasi finita e improvvisamente mi ritrovai spaesato, perso. Ho cinque figli e pensare che avrei lasciato tutto questo alle spalle. È stato davvero egoistico da parte mia farlo. Mi sentivo come se avessi davvero deluso tutti. Non voglio applausi, non voglio essere un modello, io resto il peggior nemico di me stesso.  Ancora adesso, ogni singolo giorno in cui faccio fatica, prendo ancora antidepressivi"

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