L’educazione del Barcellona verso il piccolo Barbastro: hanno lasciato lo spogliatoio così
Le immagini dei tifosi del Giappone che ripuliscono lo stadio e quelle della nazionale nipponica, che lascia lo stanzone tirato a lucido – con tanto di origami di ringraziamento per l'accoglienza – hanno fatto il giro del mondo. Il proverbiale senso del rispetto e dell'educazione rimbalzato dal Sol Levante ha fatto proseliti e destato clamore oltre che grande apprezzamento, scolpendo le buone maniere di un tempo anche in un mondo come quello del calcio che bada molto all'apparire e (spesso) poco all'essere.
Qualcosa di simile è avvenuto anche in occasione dell'ultimo incontro di Coppa del Re giocato dal Barcellona contro il Barbastro, una società spagnola che milita nella quarta serie (l'equivalente della nostra Serie D) e ha accolto per i sedicesimi di finale i giganti blaugrana nello stadio piccolo, piccolo rispetto alla maestosità di altri impianti. Il club è l'espressione del piccolo borgo di Huesca, città della comunità autonoma dell'Aragona, e la sfida contro i catalani ha rappresentato un evento storico: è finita con la vittoria (scontata) della formazione di Xavi ma è l'aspetto meno preminente di una serata speciale per motivi che vanno ben oltre la sfera sportiva.
Anzitutto, per ospitare i colossi del Barça e garantire la massima affluenza possibile (seimila spettatori) sono state installate tribune supplementari per ampliare occasionalmente la capienza. Quanto all'agio negli spogliatoi, s'è fatto il possibile per ricevere gli ospiti (abituati a ben altra organizzazione degli spazi) con deferenza e la massima cortesia.
Le stesse attenzioni che hanno caratterizzato l'atteggiamento dei catalani: in segno di profonda gratitudine e riguardo, dopo aver utilizzato i servizi a loro disposizione, sono andati via lasciando quegli ambienti del tutto immacolati, così come li avevano trovati.
La partita. È passato sì il Barcellona ma non senza qualche sofferenza al netto della notevole differenza di valori in campo. La squadra di Xavi passa subito in vantaggio con Fermin Lopez e raddoppia con Raphinhna. Sembra finita lì invece no perché nella ripresa commette l'errore di rilassarsi e permette a Garrido di accorciare le distanze sognando una rimonta clamorosa. Ci pensa Lewandowski nel finale a chiudere la pratica col Barbastro che si concede la rete dell'orgoglio in pieno recupero: la segna Marc Prat Serrano su calcio di rigore.