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Ledesma ricorda così la Coppa Italia vinta nel derby con la Roma: “Il mese prima della finale fu pazzesco”

Cristian Ledesma a Fanpage.it racconta la sua carriera da allenatore e della sua Academy, toccando alcuni punti cruciali della sua carriera da calciatore come la vittoria della Coppa Italia con la Lazio nel 2013 e il suo approdo in Italia a Lecce.
A cura di Vito Lamorte
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Ledesma esulta dopo la vittoria della Coppa Italia del 2013.
Ledesma esulta dopo la vittoria della Coppa Italia del 2013.

Cristian Ledesma non era uno appariscente in campo, ma potevi sempre contare su di lui. Sapevi che il capitano era lì, pronto a mettere ordine e a dare una mano alla sua squadra in ogni momento. L’ex centrocampista di Lecce e Lazio è così anche da allenatore e a testimoniarlo c’è il buon lavoro che sta facendo con la Primavera dell’Ascoli: i ragazzi crescono, si divertono ed entrano nel giro della prima squadra sempre più spesso.

Ha disputato più di 300 partite con la Lazio e ha iniziato la famosa finale di Coppa Italia da capitano prima di uscire per infortunio: è il 12° calciatore con più presenze nella storia del club capitolino e con lo stesso spirito con il quale scendeva in campo porta avanti una omonima Academy per giovani calciatori che si trova in zona Bufalotta, nel Municipio III a Roma.

A Fanpage.it Cristian Ledesma ha parlato della sua carriera da allenatore e della sua Academy, ricordando alcuni momenti della sua carriera da calciatore come la vittoria della Coppa Italia con la Lazio nel 2013, il suo approdo in Italia a Lecce e la convocazione con la Nazionale Italiana.

Cristian Ledesma in posa con la Coppa Italia vinta nel derby.
Cristian Ledesma in posa con la Coppa Italia vinta nel derby.

Quali sono i valori che contraddistinguono la Ledesma Academy rispetto alle altre scuole di calcio?
“Intanto c’è una grande differenza con le altre, ovvero che non facciamo selezione nell’attività di base. È la prima cosa che ci siamo imposti con mia moglie perché i bambini devono avere l’opportunità di giocare e confrontarsi, soprattutto tra di loro. Chi è più aventi e chi deve ancora migliorare nell’aspetto motorio. Questa è una grande differenza, che è un bene ed è un discorso difficile da far capire soprattutto ai genitori che vogliono vedere vincere i figli. Noi facendo questa ‘non-selezione’ facciamo un po’ più di fatica ma lo comunichiamo subito per far capire dove arrivano. Nella pre-agonistica ci sono delle scelte, ma a quell’età è già diverso“.

Avete un codice etico dell’Academy: ci spiega i principi sui quali vi basate?
“Quando abbiamo aperto nel 2019 abbiamo sviluppato delle regole di comportamento, poi la federazione ha dato delle linee guida anche con il progetto a tutela dei minori e va dato atto anche a loro di questo progetto. Lo diamo ad ogni iscritto che è in linea con la FIGC. Al primo obiettivo c’è la crescita del bambino o della bambina e come prima cosa devono sentirsi a casa, quello è il punto di partenza. Vogliamo dare a questi ragazzini una cultura sportiva a 360°, che non serve solo nel calcio ma nella vita“.

Portate avanti sia maschile che femminile: quali sono le linee guida?
“Con le bambine non hanno gli anni di scuola calcio precedente ma con il lavoro si può sopperire a tutto. Dal 2019 abbiamo subito pensato al femminile perché è un movimento in crescita ma, nonostante le difficoltò, grazie la perseveranza di mia moglie Marta abbiamo trovato una mister e da lì è partito tutto. Oggi abbiamo una cinquantina di ragazze tra U15 e U17 più qualche bambina che si allena con i maschietti. È un progetto importante che ci sta dando tante soddisfazioni".

Ledesma in azione con la maglia del Lecce.
Ledesma in azione con la maglia del Lecce.

Ledesma ha frequentato le giovanili di Boca Juniors e Lecce: avete rubato qualcosa dalla sua esperienza?
“Sicuramente l’esperienza nel Boca mi ha dato più a livello di insegnamento perché c’era tanta libertà dal punto di vista del gioco, non c’era un inquadramento dal punto di vista tattico sia a livello individuale che collettivo. Si lasciava tanto spazio al ragazzino,  con una formazione fisica minima ma una grande attenzione alla tecnica. A Lecce ho portato avanti i valori che ci dava Corvino e questo mi ha formato ma non bisogna tralasciare il mondo in cui si vive, adeguandosi ad alcune cose dei tempi ma senza perdere di vista i valori che uno cerca di trasmettere“.

Da qualche anno è punto di riferimento delle giovanili dell’Ascoli ed è attualmente allenatore della Primavera: come sta andando?
"È una bella esperienza, mi diverto tanto. Ho la fortuna di avere due figli dell’età dei ragazzi che alleno e questo mi aiuta tanto. Sta andando bene e c’è una crescita evidente, visto che alcuni sono andati in prima squadra e altri hanno firmato il primo contratto. Il lavoro è quello, non tralasciando il risultato perché non sono ipocrita: mi piace vincere. Bisogna saper intrecciare le due cose".

Ledesma seduto in panchina con Reja in ritiro.
Ledesma seduto in panchina con Reja in ritiro.

Che idea si è fatto della Lazio di Baroni?
"È partito con qualche critica senza che c’entrasse nulla, perché è difficile venire dopo Sarri che lascia un’impronta importante: so  che c’è stato Tudor ma è stato troppo poco tempo per lasciare qualcosa. Baroni ha portato un tipo di calcio nuovo dopo aver fatto un cambio generazionale importante, visto che sono andati via tanti pezzi da 90 della vecchia guardia. È riuscito a dare un’impronta e a trovare risultati positivi. La flessione c’è stata perché gli infortuni hanno dato più di qualche problema e tolto qualche uomo. Quando devono tirare la carretta sempre gli stessi poi fai fatica: nelle ultime partite la Lazio è arrivata un po’ stanca ma ha tutto per potersela giocare".

La bagarre per il quarto posto è incredibile e può essere arrivato l'anno per arrivare in fondo in Europa…
"Oggi si gioca tanto e poche arrivano fino in fondo. La Lazio è una delle poche ma c’è grande battaglia: la Juventus ha il quarto posto come ultimo obiettivo per non fallire, il Bologna sta benissimo e ci proverò, la Fiorentina ha fatto un grande mercato a gennaio e vuole stupire. Non è facile ma se la può giocare ma gli infortuni saranno determinanti per far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Quando ti mancano uomini decisivi nel momento clou, cambia molto".

Cos’è stata e cosa rappresenta la Lazio per Cristian Ledesma?
"Dopo Lecce è stato un punto d’arrivo perché, per me, la Lazio è sempre stata una squadra importante. Dopo i cinque anni in Salento cercavo un club importante, con una grande storia come quella della Lazio, e non è stato facile mantenere la continuità di prestazioni per tutti quegli anni ma io mi sono innamorato della storia di questo club. Ho conosciuto il figlio di Maestrelli, ho conosciuto Oddi, Pino Wilson…. io sono diventato tifoso e la Lazio per me è casa mia, della mia famiglia".

Ledesma esulta sotto la curva Nord, cuore del tifo della Lazio.
Ledesma esulta sotto la curva Nord, cuore del tifo della Lazio.

Ledesma era capitano nella finale della Coppa Italia 2013 e poi è stato costretto ad uscire per un infortunio: ci racconta quei giorni dal suo punto di vista?
"Quel mese prima della finale è stato pazzesco, con un peso allo stomaco finché non siamo scesi in campo. Una giornata indimenticabile, meravigliosa, irripetibile. Una delle partite che si sognano da bambino, che restano nella storia. Portarsi una coppa così importante a casa in una partita del genere è qualcosa di impensabile. Ci isolarono la settimana prima della finale, lasciandoci fuori dall’ambiente della Capitale e questo ci ha aiutato molto ad arrivare bene alla partita".

Ledesma arriva in Italia a Lecce: che impatto ebbe con il nostro paese?
"Io sono arrivato a Lecce a 18 anni e lì ho firmato il mio primo contratto da pro. Mi allenavo con la prima squadra e giocavo con la Primavera. Piano piano ho fatto l’esordio in Coppa Italia e in campionato a Bergamo, una giornata indimenticabile. Lecce in quel momento era l’ambiente ideale per un ragazzo che si affacciava al grande calcio perché era una società-famiglia piena di professionisti ma con il calore tipico delle famiglie".

Ledesma in campo con il Lecce: è stato il suo primo club in Italia.
Ledesma in campo con il Lecce: è stato il suo primo club in Italia.

Che rapporto ha con mister Delio Rossi?
"Lui è stato importantissimo nel mio percorso iniziale perché lui con i giovani ci sapeva fare, ti martellava ma allo stesso tempo di teneva in considerazione con gesti importanti. Ti faceva lavorare sui dettagli. Per me è stato importantissimo e poi l’ho ritrovato anche alla Lazio. Lui sapevo cosa potevo dare io ma mi ha sempre chiesto tanto proprio per questo".

Ledesma è stato convocato dalla Nazionale Italiana: come ricorda quella chiamata da parte di Prandelli?
"Ho fatto questa settimana di convocazione dopo un Lazio-Napoli. Sono felicissimo di aver fatto questa scelta e la rifarei ancora. Ogni tanto ci ripenso e non so cosa avrei detto ai miei figli se avessi rifiutato la convocazione per la nazionale del loro paese, che poi è diventato anche mio visto che ho vissuto più qui che in Argentina. Era una cosa che desideravo perché volevo stare con i migliori e ringrazierò sempre per questa opportunità che mi è stata data".

Ultima battuta: Rovella è per Marco Baroni quello che Ledesma era per Delio Rossi?
"Ho capito il paragone tecnico ma ti direi più Guendouzi per la gestione dei momenti e dei tempi. Rovella sta facendo molto bene e, ripeto, capisco il termine di paragone. Io non ho la corsa e la fisicità del francese, ma nella gestione ti direi di sì".

Ledesma in campo con la maglia della Lazio.
Ledesma in campo con la maglia della Lazio.
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