L’Ecuador si presenta ai Mondiali del Qatar anche con Romario e Djorkaeff
La gara d'esordio dei Mondiali 2022 è Qatar-Ecuador. L'attenzione è posta soprattutto sulla nazionale di casa, che per la prima volta si presenta a questo palcoscenico. La curiosità è tanta pure perché i calciatori della squadra di Felix Sanchez Bas non sono molto noti, ma il Qatar vuole stupire il mondo e per farlo deve provare a partire bene nella partita inaugurale contro l'Ecuador, che invece per la quarta volta si presenta al Mondiale e lo fa con una rosa senza grandi stelle, ma pronta a stupire, anche con calciatori di talento e con nomi particolari.
L'Ecuador non strappa l'occhio. Non ha campioni come altre squadre sudamericane, ma è un avversario duro da superare. Ai Mondiali si è qualificato con pieno merito eliminando il Perù, che quattro anni fa disputò un ottimo campionato, ma soprattutto Cile e Colombia, che vantano calciatori di grido in rosa. Il c.t. è Alfaro, un argentino che è entrato in corsa dopo le brevi gestioni di Celico, tre partite, e Jordi Cruyff che è stato ufficialmente selezionatore per sette mesi, nei quali però a causa del Covid non c'è stata attività.
Alfaro ha plasmato questa squadra che ha due difensori di valore Hincapie del Leverkusen, che è stato nel radar mercato di Roma e Napoli la scorsa estate, e Estupinian, ex Villarreal ora al Brighton di De Zerbi. Il più esperto è il portiere Dominguez, il simbolo è il capitano Enner Valencia, che è il bomber dell'Ecuador, l'uomo che ha segnato più gol della nazionale ecuadoriana, 35 (3 ai Mondiali del 2014).
Ma spulciando i nomi dei convocati salta l'attenzione sui nomi, ma proprio quelli veri, di due calciatori che sono stati battezzati uno Romario e l'altro Djorkaeff. Non è uno scherzo, ma è proprio così.
Romario Ibarra indosserà la maglia numero 10, è un esterno d'attacco, proveniente da una famiglia di calciatori – suo cugino è stato uno dei portieri della squadra che giocò il Mondiale 2002, ma soprattutto suo fratello ha disputato una partita a Brasile 2014. Giocatore di talento, fresco vincitore del campionato messicano con il Pachuca ha un nome che non si può non notare, quello del calciatore brasiliano che nel 1994 vinse il Mondiale americano contro l'Italia di Baggio.
Djorkaeff Reasco è un talentino di 23 anni, ha giocato appena 4 volte con la maglia della nazionale sudamericana, sta crescendo e il c.t. Alfaro lo ha voluto con sé, è uno dei soli quattro attaccanti convocati per Qatar 2022. Una storia particolare che lui stesso ha raccontato.
Questo giocatore del Newell's Old Boys ha detto di chiamarsi così perché suo padre, che era un calciatore, ammirava molto Youri Djorkaeff, meraviglioso giocatore francese anche dell'Inter, e pure la madre era una sua fan. E così di comune accordo è stato scelto il nome di quell'elegante attaccante che vinse il Mondiale del 1998: "I miei genitori erano suoi grandi tifosi. Anche io sono attaccante… e noto delle somiglianze".
E per non farsi mancare niente, anche se quello è un altro sport, in rosa c'è anche un Ayrton, che di cognome fa Preciado e che è nato il 17 luglio 1994, il giorno in cui il Brasile vinse la finale ai rigori con l'Italia a Pasadena.