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Leao sente la mancanza di Maldini al Milan e si candida come prossimo rigorista: “Ora tocca a me”

Leao ha rilasciato un’intervista a Fabio Fazio come ospite speciale nella puntata di ‘Che tempo che fa’ sul Milan a 360°: da suo arrivo al legame con Maldini e Ibrahimovic fino allo Scudetto. Senza mai nominare Pioli.
A cura di Vito Lamorte
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Rafael Leao si è mostrato fuori dal campo. Oltre alla musica e alla moda, il calciatore del Milan ha fatto scoprire un'altra parte di sé nell’intervista che ha rilasciato a Fabio Fazio come ospite speciale nella puntata di ‘Che tempo che fa' sul Nove per presentare il suo libro "Smile".

Il giocatore portoghese si è mostrato divertente, sorridente, un po’ timido e nella fase finale più spigliato: un ragazzo, insomma.

Il numero 10 del Milan ha toccato subito un tema di cui si è parlato molto nei giorni scorsi, ovvero il razzismo e i cori nei confronti di Maignan a Udine che hanno fatto ripiombare il buio su tutto il calcio italiano. Leao ne ha parlato così: “Lui era molto nervoso, non voleva giocare, non è la prima volta che gli succede, la squadra è stata con lui, siamo usciti con lui. Io sono dispiaciuto per tutti i calciatori di colore, dobbiamo fare qualcosa dentro il campo e fuori, noi e le società. Dobbiamo ringraziare il Milan che ci ha sostenuto, dobbiamo combattere sempre anche se il razzismo non finirà mai”

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Durante la chiacchierata con Fabio Fazio si è parlato tanto di calcio e non poteva non essere toccato il tema dell'ultima uscita del Milan. Contro il Bologna i rossoneri hanno sbagliato due rigori con Olivier Giroud e Theo Hernandez e il portoghese si è espresso così: "Ci abbiamo provato, girano le scatole per i rigori sbagliati? Sì certo ma pensiamo alla prossima. I prossimi rigori li tiro io… (sorride, poi smorza la tensione, ndr). Olivier e Theo li tirano sempre i rigori, hanno fatto tanti gol e sono sicuro che soprattutto Giroud se ricapita e se se la sentirà li tirerà ancora lui e farà gol, ne sono certo”.

Leao ha raccontato la festa Scudetto di due anni fa: "Non lo dimenticherò mai. Quando eravamo in pullman c’era un ambiente bellissimo, sapevamo che era la nostra giornata. L’arrivo in piazza del Duomo è stato incredibile, uno dei momenti più importanti della mia carriera".

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In merito alla sua avventura al Milan, che oramai va avanti da 4 anni, e non può mancare un pensiero a Paolo Maldini: “Sono arrivato giovanissimo, ho avuto difficoltà all’inizio, ero in un club così forte, così importante. Quando sono arrivato tra le persone che mi hanno aiutato di più sicuramente c’è stato Maldini che mi ha voluto in rossonero: una grande personalità, che dice quello che sente, molto esigente e che mi ha aiutato come persona. Se mi manca? Sì, e lo saluto”.

Parole anche su Zlatan Ibrahimovic, prima compagno di squadra oggi dirigente rossonero: “Ibra non è cambiato da quando era giocatore, avrei voluto giocare di più con lui, una persona incredibile, secondo me hanno fatto bene a metterlo in società, per noi è come un fratello maggiore”.

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