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Le “tattiche” asfissianti di Izzo per esasperare Di Maria: colpi mirati e frasi proibite

Izzo aveva un solo compito: neutralizzare Di Maria, con le buone o con le cattive maniere. Ci è riuscito approfittando anche del momento particolare che sta attraversando il calciatore alla Juventus.
A cura di Maurizio De Santis
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Il trattamento speciale riservato da Izzo a Di Maria ha portato all'espulsione diretta dell'argentino.
Il trattamento speciale riservato da Izzo a Di Maria ha portato all'espulsione diretta dell'argentino.

È stato più tenace e scaltro Izzo, che ha tartassato alla vecchia maniera l'avversario, o più ingenuo Di Maria nel commettere il fallo di reazione che gli è valso il rosso diretto? "Ci è caduto", ha detto Landucci nel dopo gara. Il vice allenatore della Juve ha sottolineato come le "tattiche", i metodi poco ortodossi ma molto efficaci, del difensore abbiano portato all'esasperazione l'argentino fino a perdere la testa.

L'ex centrale del Toro non ha dovuto studiare molto per mettere in atto quel trattamento speciale. Ha messo in atto un vecchio adagio che parte dal paròn Rocco e da una raccomandazione iconica: colpite tutto ciò che si muove a pelo d'erba, meglio se è la palla… Izzo ha colpito, spinto, trattenuto, mulinato le gambe e le braccia, lanciato parole come tackle e occhiatacce come sgambetti. S'è messo alle costole del ‘fideo', gli ha tolto spazio e agio di manovra, gli ha fatto sentire il fiato sul collo. È stato più fastidioso di una mosca che ti ronza nelle orecchie. Lo ha seguito, nemmeno fosse la sua ombra, a tutto campo.

Aveva un solo compito: neutralizzarlo, con le buone o con le cattive maniere. E lui s'è calato nella parte con le migliori intenzioni, interpretando il copione alla perfezione. Quando ha preso la gomitata in petto, il gioco era fatto… il resto è tutto nella teatralità della caduta e dell'espressione di sofferenza per la botta ricevuta. Ma anche questo fa parte del gioco.

Di Maria è cascato nel tranello. Se lo doveva aspettare. Non è certo la prima volta che riceve ‘un'accoglienza' così calorosa. S'è lasciato innervosire fino a cedere all'impulso di reagire. Gli era successo anche in Champions League per il calcione dato a Fernandinho del Manchester City durante una gara di Champions: uscì dal campo e lo insultò. Quella di Monza è stata la nona espulsione della carriera, la quinta per cartellino rosso diretto, dietro la quale si nasconde anche dell'altro per il momento che sta vivendo alla Juventus e nel rapporto con Allegri.

Nelle battute iniziali del match Izzo fa capire subito a Di Maria cosa lo attende: cade dopo un contrasto, gli dà un calcetto e rifiuta la stretta di mano.
Nelle battute iniziali del match Izzo fa capire subito a Di Maria cosa lo attende: cade dopo un contrasto, gli dà un calcetto e rifiuta la stretta di mano.

Izzo doveva aver studiato anche questo aspetto e quattro episodi in particolare spiegano bene come sia stato bravo a logorare psicologicamente l'avversario. In un contrasto a ridosso della linea di fondo nei pressi della propria area, il difensore del Monza perde un contrasto, cade e molla un calcetto. Inizia a ‘prendersi cura' del sudamericano e gli fa subito capire l'aria che tira: quando Di Maria si avvicina a lui e gli tende la mano per aiutarlo a rialzarsi lui a rifiuta e protesta con l'arbitro Maresca.

La tattica del difensore del Monza è molto chiara e semplice: deve fermare l'argentino della Juve con le buone o con le cattive maniere.
La tattica del difensore del Monza è molto chiara e semplice: deve fermare l'argentino della Juve con le buone o con le cattive maniere.

Il pressing del Monza e le difficoltà della Juventus tracciano la trama della partita. Da un lato c'è una squadra che lotta col coltello tra i denti e corre fino allo spasimo, dall'altra una grande che sembra una piccola oltre che smarrita. Vale tutto contro i bianconeri. Vale tutto perla posta che c'è in palio. In questo senso, il ruolo di Izzo nello spettacolo diventa centrale. Prepara il terreno e poco prima dell'espulsione fa un altro gesto plateale: entra in ritardo, sa che non potrà mai fermare l'argentino e gli va addosso a mo' di scontro frontale. Lo abbatte.

Quando non c'è contatto fisico, Izzo usa le parole per innervosire il 'fideo'. Gli urla qualcosa sotto gli occhi dell'arbitro.
Quando non c'è contatto fisico, Izzo usa le parole per innervosire il ‘fideo'. Gli urla qualcosa sotto gli occhi dell'arbitro.

Non è finita. Quando non può arrivare con le gambe e con le braccia, si aiuta con le parole e la mimica. In un altro frangente protesta con il direttore di gara poi a palla lontana urla qualcosa all'avversario. Maresca è lì, vede e sente tutto ma non interviene. C'è nulla che meriti una sanzione.

Nell'azione che porta all'espulsione Di Maria è in posizione più centrale. Dietro di lui c'è Izzo che lo segue come un'ombra.
Nell'azione che porta all'espulsione Di Maria è in posizione più centrale. Dietro di lui c'è Izzo che lo segue come un'ombra.

La scena madre arriva a corredo dell'ennesimo contrasto rude. Nell'immagine che fa riferimento alla reazione dell'ex Psg si nota come Izzo gli stia addosso, lo spinga, usi il ginocchio per colpirlo e disturbarlo, quasi gli mette un braccio intorno al collo. Al culmine dell'esasperazione, Di Maria dà una gomitata in petto all'avversario. Il direttore di gara è a pochi passi dal luogo dell'episodio e non ha alcun dubbio: rosso diretto ed esplusione.

La gomitata di Angel Di Maria a Izzo che provoca la sua espulsione.
La gomitata di Angel Di Maria a Izzo che provoca la sua espulsione.

Due, forse anche tre giornate di squalifica. Quante partite sarà costretto a saltare? Juventus-Bologna e Milan-Juventus sicuramente. Ma il rischio in caso di condotta violenta o altre intemperanze è di non essere a disposizione nemmeno per il derby della Mole contro il Torino del 15 ottobre. C'è cascato, che disastro.

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