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Caso scommesse nel calcio

Le scommesse di Fagioli nel ritiro dell’U21 con Tonali: usava nome in codice e secondo telefono

Il calciatore della Juve ha confessato tutto: come ha iniziato, perché e in che giro era finito. “Scommettevo sui siti illegali perché, all’inizio, facevano credito” e ha fatto debiti di gioco preoccupanti.
A cura di Maurizio De Santis
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Nicolò Fagioli ha confessato tutto alla Procura e iniziato il percorso di recupero dopo il caso scommesse.
Nicolò Fagioli ha confessato tutto alla Procura e iniziato il percorso di recupero dopo il caso scommesse.
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Un ragazzo fortunato. Nonostante tutto, Nicolò Fagioli può ancora definirsi tale. Era precipitato in un gorgo, s'era andato a cacciare in un pasticcio brutto, ne era rimasto invischiato e non sapeva né se, come e quando ne sarebbe uscito. Aveva iniziato a scommettere perché certe le cose le fai e basta, non c'è una ragione in particolare: magari hai bisogno di un brivido e un'emozione particolari per spezzare la routine e la pressione quotidiana, di annusare il rischio, quella strana sensazione di camminare sul ciglio dello strapiombo. Ci sei tu, il sentiero e un dirupo accanto.

La Juventus gli ha teso una mano: continuerà ad allenarsi con in compagni di squadra alla Continassa, lo stipendio non gli è stato sospeso né rescinderà il contratto. La famiglia lo accompagnerà nel percorso di recupero: sconterà la squalifica, si darà una ripulita all'anima con l'aiuto di uno specialista. A 22 anni – che sembrano pochi, poi ti volti a guardare e non li trovi – ha già abbastanza esperienza di vita sulle spalle per spiegare ai ragazzi delle scuole calcio che ci vuole davvero poco, un niente per mandare tutto alla malora.

Il centrocampista juventino ha spiegato agli inquirenti come si sviluppa il sistema di puntate illegali.
Il centrocampista juventino ha spiegato agli inquirenti come si sviluppa il sistema di puntate illegali.

"Scommettevo sui siti illegali perché, all’inizio, facevano credito". Fagioli s'è salvato da quel gorgo in cui era stato risucchiato per noia credendo che, in fondo, ci fosse nulla di male; che era un semplice passatempo; che, volendo, avrebbe smesso appena possibile. E invece quella sorta di divertimento s'è trasformato in ossessione ("di notte pensavo di giocare solo per rifarmi dei soldi persi e dei debiti"), nell'incubo peggiore ("paga o ti spezziamo le gambe", minacciarono gli aguzzini), in una malattia da cui guarire. Il primo passo era prendere consapevolezza della dimensione in cui era finito. Lo ha fatto auto-denunciandosi, adesso può riprendersi la vita e quella carriera che gli stavano sfuggendo di mano.

"Scommettevo sui siti illegali perché, all’inizio, facevano credito", ha ammesso nell'interrogatorio in procura a Torino spiegando che tutto è cominciato per caso e quale era il sistema parallelo di azzardi e cifre vertiginose. Due anni fa il centrocampista bianconero era in ritiro a Tirrenia con l'Under 21, si accorse che il compagno di Nazionale (Tonali) stava giocando su una piattaforma illegale e volle provare. "Fu Tonali a farmi registrare attraverso un account sul sito. Non ricordo, però, se fu lui stesso a darmi le credenziali per scommettere o se fui io a farlo direttamente contattando un referente su Whatsapp".

Il calciatore ha patteggiato con la Procura federale e ho ottenuto uno sconto sulla squalifica.
Il calciatore ha patteggiato con la Procura federale e ho ottenuto uno sconto sulla squalifica.

In quel mondo c'è entrato facendosi chiamare XFarenz e XFarenz0!, erano i nomi in codice che adottava sulla app, certo che nessun sarebbe risalito a lui e che i suoi movimenti non sarebbero stati tracciati. Glielo avevano assicurato e s'era fidato così da tentare live l'alea su gare del campionato di Serie A come accaduto per Torino-Milan del 2022 ("puntai sul pareggio o sulla vittoria del Milan. Persi perché finì 2-1 per il Torino") oppure della Champions ("su Porto-Atletico e Real Madrid-lnter ho scommesso che avrebbero segnato meno di 3 o 4 gol. Scommettevo sulla squadra vincente e/o su under-over. Ma non ho mai fatto giocate sul nome del marcatore o sul risultato esatto").

"Il referente della piattaforma inviava sul mio cellulare le ricevute delle singole giocate che effettuavo – ha spiegato Fagioli agli inquirenti -. Mi arrivavano tramite un’app Treema, che, mi era stato detto, garantiva la riservatezza nelle trasmissioni". Quanto ha guadagnato? La risposta è agghiacciante: "Mai preso un euro anche perché una eventuale vincita bilanciava i debiti".

In famiglia s'erano accorti che qualcosa non andava, avevano intuito/capito, erano intervenuti. Sua madre gli suggerì di rivolgersi a un consultorio ("sono andato qualche volta al Sert di Cremona") e, contestualmente, mette mano ai suoi conti e prova a tenerli sotto controllo. Fagioli, però, ha debiti da ripianare e non può permettersi una situazione del genere. Nell'estate del 2022 gli viene rubato un iPhone in circostanze misteriose anche se lui ribadisce che per scommettere "ne usavo un altro".

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Nel giro di poco tempo si ritrovò con passivo di 250 mila euro poi aumentato in maniera esponenziale fino a toccare cifre a sei zeri, milioni di euro. Per metterci una pezza e turare la falla, per restituire in parte quelle somme "ogni tanto acquistavo a Milano degli orologi Rolex. Pagavo con bonifico. Qualche volta li consegnavo io, altre volte passavano i titolari delle piattaforme e li ritiravano presso la gioielleria". Tornerà in campo tra un anno o quasi dopo la squalifica, avrà tutto il tempo per rimettere a posto una vita dopo aver rischiato di perdersi perché s'è giocato il cielo a dadi.

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