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Superlega europea di calcio

Le ragioni di Agnelli: “Impedire a un lavoratore di svolgere il proprio lavoro è gravissimo”

Poco prima che il progetto Superlega naufragasse in seguito alla pressione di tifosi e opinione pubblica, Andrea Agnelli si era soffermato sulla piena legittimità dell’operazione da un punto di vista legale, arrivando a paventare situazioni illiberali in caso di esclusioni dai campionati nazionali: “Sarebbe una dittatura”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Adesso sembrano parole al vento, adesso che la Superlega è naufragata. Diritti inalienabili, princìpi legali, liceità delle proprie azioni: in poche parole, essere nel giusto. E però, visto che secondo alcuni club – quelli cui Ceferin ha dato l'aut aut da dentro o fuoriil progetto sarebbe solo sospeso in attesa di tempi migliori, le parole con cui Andrea Agnelli martedì scorso faceva capire di avere dietro di sé fior di avvocati sono anch'esse sospese in questo limbo. Lo stesso di chi allora c'era e oggi forse non c'è, anche se vorrebbe ancora esserci.

Intervistato da ‘Corriere dello Sport' e ‘Repubblica', Agnelli aveva svelato il "patto di sangue" che avrebbe dovuto tenere assieme per decenni i ‘ribelli' e si era detto strasicuro delle proprie ragioni, non solo etiche ma anche legali. 

"Io temo molto il populismo, la demagogia e che qualcuno non prenda atto dello stato di monopolio nel quale ci muoviamo. Minacce, questa la risposta che abbiamo ottenuto. Impedire a un lavoratore di svolgere il proprio lavoro è gravissimo. Ad ogni modo, non siamo assolutamente preoccupati. Il nostro è un approccio a una nuova libertà. Nuova libertà che è garantita dai trattati dell’Unione europea. Ciò che stiamo facendo è perfettamente legale".

Se è chiaro che partecipando alla Superlega, i 12 club in questione non si sarebbero dovuti preoccupare dell'espulsione dalla Champions League, ben diverso sarebbe stato il discorso per i campionati nazionali, cui avrebbero voluto continuare a partecipare. Lì probabilmente si sarebbe combattuta una battaglia di tribunali durissima.

"Esserne esclusi sarebbe un grave abuso – aveva risposto Agnelli, quando ancora pensava di andare dritto con la Superlega – Quanto stanno minacciando è illegale. Se ciò avvenisse non sarebbe solo un monopolio ma una dittatura. Vogliamo rimanere vicini ai nostri tifosi. Se il sistema calcio non dovesse permettere alle singole società di esercitare le libertà previste dal Trattato Ue dovremmo riflettere con attenzione. Per le implicazioni che potrebbero esservi in altri ambiti della società civile".

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