Le prime parole della donna stuprata da Dani Alves: “Mi diceva che ero la sua piccola p…..a”
Venti minuti circa di registrazione. In quel breve filmato raccolto dalla telecamera personale di uno degli agenti dei Mossos d'Esquadra c'è il primo racconto che la donna di 23 anni fa alle forze dell'ordine dopo essere stata violentata da Dani Alves nel bagno di un locale di Barcellona (la discoteca Sutton).
La sequenza ha inizio alle 4.57 del mattino, quando il poliziotto accende l'apparecchio. A distanza di qualche minuto compaiono prima la figura del titolare del night poi quella della giovane che spiega cosa le è accaduto. Sono in un altro ambiente, lontano dalla toilette dov'è stato consumato lo stupro.
La ragazza parla e – come mostrato durante El Programa de Ana Rosa su Telecinco – fornisce i primi dettagli dell'episodio. È molto provata, uno dei poliziotti prova a incoraggiarla, le suggerisce di farsi forza e dirigersi in questura per sporgere regolare denuncia dopo la visita in ospedale per il trattamento previsto da protocollo per casi del genere.
"Sono andata in bagno di mia spontanea volontà – sono le dichiarazioni mostrate in esclusiva dal programma spagnolo sulla vicenda dell'ex difensore del Barça -. Ci siamo scambiati qualche bacio poi ho detto che volevo andarmene".
Il rifiuto della donna fu preso male da Dani Alves. Nella seconda parte della frase, la vittima riavvolge il nastro e torna a quanto le è successo poco prima. È come rivivere un incubo.
"Lui mi ha detto di no e ha chiuso la porta a chiave", è la reazione del calciatore brasiliano al diniego della donna. Il seguito è agghiacciante. È stato allora che "ha iniziato a insultarmi dicendomi ‘sei la mia piccola puttana' e ha anche iniziato a colpirmi. Ha gettato la mia borsa sul pavimento e mi ha afferrato per i vestiti".
Quella registrazione che, il 13 gennaio scorso è stata visionata dall'Unità Centrale per le Violenze Sessuali, sarà uno degli elementi probatori che porterà all'arresto del giocatore avvenuto il 20 gennaio. La disperazione e il dolore della ragazza sono tutti in una delle ultime dichiarazioni che farà agli agenti. "Nessuno mi crederà perché dalle telecamere si vedrà che in quel bagno ci sono entrata volontariamente".
La narrazione resa agli agenti fu solo l'inizio del procedimento che era scattato con la chiamata fatta alle forze dell'ordine. In seguito la donna enunciò agli inquirenti anche altri dettagli di quei "diciassette minuti" di orrore in cui lo implorava di smettere: tanto durò quell'aggressione che ha trovato riscontro anche nei rilievi forensi, oltre che nelle parole della vittima, e ha spinto il giudice che si occupa del caso – anche al netto delle versioni spesso contraddittorie di Dani Alves – a non concedere il beneficio della libertà provvisoria su cauzione (sia pure con le restrizioni previste dalla legge). Il brasiliano resta in carcere nell'attesa di arrivare a processo: rischia una condanna fino a 12 anni di carcere.