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Le perdite record nel bilancio della Juventus: l’impatto del Covid è solo all’inizio

Il primo semestre della stagione 2020/21 si chiude con una perdita di 113,7 milioni di euro per la Juventus, che per fronteggiare il crollo dei ricavi ha ceduto crediti provenienti dalle operazioni di mercato verso l’estero. Costi invariati nonostante i protocolli e debiti in calo rispetto allo scorso anno.
A cura di Benedetto Giardina
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Altro che 2020. Il vero impatto del Covid-19 nel mondo del calcio lo si vedrà nel 2021 e la Juventus ne sta già patendo i primi effetti. La semestrale del club bianconero, approvata dal proprio consiglio di amministrazione, quantifica «indicativamente in circa 50 milioni di euro» l'impatto della pandemia sui mancati ricavi da giugno a dicembre del 2020. Una cifra destinata inevitabilmente ad aumentare nella seconda metà dell’esercizio attualmente in corso, dato che la stagione sta andando avanti senza pubblico sugli spalti e con tutte le restrizioni attuate per cercare di contenere il diffondersi del contagio. Una mazzata che si traduce in perdite record per quanto riguarda il bilancio intermedio: un rosso da 113,7 milioni di euro, più del doppio rispetto a quello contabilizzato un anno fa dopo i primi sei mesi dell’esercizio 2019/20. Quello, però, era stato l’ultimo semestre prima di far diventare di uso comune parole come "lockdown" e "pandemia".

Quanto ha inciso il Covid-19 sui conti della Juventus

Tra un semestre e l'altro, la differenza nei ricavi della Juventus è stata di 64 milioni di euro. La prima metà dell'esercizio 2019/20, ovvero l'ultimo semestre prima della pandemia, si era chiuso con proventi pari a 322,3 milioni di euro. Gli ultimi sei mesi, invece, hanno assistito ad un inevitabile tracollo, con ricavi per 258,3 milioni complessivi. Lo stesso club bianconero, inoltre, considera «non significativo» l'impatto del Covid-19 sui costi sostenuti dalla società, per quanto gli stessi siano leggermente aumentati rispetto al primo semestre dell'esercizio precedente (da 260,9 a 263,4 milioni di euro). In sostanza, pesano più le chiusure degli stadi, dei negozi e del museo che le spese per poter seguire i protocolli sanitari previsti per poter scendere regolarmente in campo. Queste ultime, anzi, sono state compensate dai «risparmi correlati alla mancata disputa di gare».

Di certo, mantenere chiusi gli spalti dello Juventus Stadium ha inciso per circa metà dei mancati introiti. Per l'esattezza, la mancanza di pubblico ha sottratto poco meno di 31,4 milioni dai ricavi del club bianconero. In totale, negli ultimi sei mesi del 2020, le casse juventine hanno visto entrare circa 5,2 milioni di euro dal botteghino, contro i 36,5 milioni del primo semestre della stagione 2019/20. Se si esclude Juventus-Sampdoria dello scorso 20 settembre (con lo stadio aperto per mille spettatori), le «misure restrittive non hanno permesso, e attualmente non permettono, di disputare partite con presenza di pubblico (con conseguente azzeramento dei ricavi da gare)». Ma la pandemia non ha portato solo allo svuotamento degli stadi, almeno nel caso della Juventus. Le misure di contenimento «hanno comportato, a fasi alterne, la chiusura al pubblico del J Museum e dei negozi, con conseguente impatto negativo sui ricavi da visitatori e da merchandising». Impatto che, per l'appunto, è stato stimato in 50 milioni di euro, su 64 milioni di mancati ricavi per il semestre in questione.

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Stipendi e cassa integrazione, come ha agito la Juventus

A marzo 2020, la Juventus è stata la prima società calcistica in Italia ad aver annunciato un accordo per ridurre gli stipendi dei propri tesserati, tagliando circa 90 milioni di euro sulla massa salariale per l'esercizio chiuso al 30 giugno 2020. Nella stagione in corso, invece, gli stipendi sono stati regolarmente pagati e il costo per il personale tesserato ha anche subito una leggera impennata rispetto al primo semestre della stagione 2019/20, passando da 173,3 a 183,3 milioni di euro. Circa 10 milioni in più, che vanno sostanzialmente a compensarsi col taglio dei costi per servizi esterni (ridotti di 12,5 milioni di euro). Il club bianconero, in questa fase emergenziale, non ha inoltre usufruito della cassa integrazione per i propri dipendenti. Una misura evitata, lo scorso novembre, grazie all'attivazione della cosiddetta "Banca Ferie Soldiali", tramite la quale i dirigenti della società hanno deciso di donare parte delle ferie residue garantendo così la piena retribuzione a tutto il personale.

Indebitamento in calo nonostante l'emergenza Covid-19

Il dato in controtendenza, rispetto alle situazioni legate alla pandemia per altri club calcistici, è la riduzione dell'indebitamento netto della Juventus. Dai 385 milioni di euro del 30 giugno 2020 si è passati a 357,8 milioni in questo semestre, nel quale concorre pure l'acquisizione della società che gestisce il J Hotel (la B&W Nest Srl, precedentemente controllata da Lindbergh Hotels). L'operazione, completata lo scorso 3 luglio, ha fatto sì che la Juventus detenesse l'intero capitale sociale della compagnia acquisita, che dunque entra nel bilancio consolidato della società bianconera, ma ha soprattutto avuto effetti sull'indebitamento finanziario netto del club bianconero, incrementandolo di 17,3 milioni di euro. Un aumento "scontato" dai flussi positivi della gestione operativa per 16,2 milioni e da quanto incassato in sede di calciomercato.

I trasferimenti di calciatori hanno portato un saldo positivo di 46,2 milioni netti nel periodo giugno-settembre 2020 e in questo dato ha un'incidenza determinante la cessione pro-soluto dei crediti vantati verso società calcistiche estere, per 55,2 milioni. Nell'ultimo bilancio, al 30 giugno 2020, i crediti totali verso club stranieri ammontavano a 67,3 milioni e già lo scorso anno, la società piemontese aveva provveduto a cedere ad una società di factoring il credito da quasi 8 milioni derivante dalla cessione di Moise Kean all'Everton, pari alla quarta rata che il club di Liverpool avrebbe dovuto saldare entro agosto 2021. In questo modo, la Juventus trasforma in liquidità i propri crediti, cercando di tamponare una situazione resa complicata dai mancati ricavi. Quelli persi per strada a causa del Covid-19, che per i bianconeri ha portato ad una perdita record da 113,7 milioni solo nella prima metà di stagione.

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