Le parole dure di Hazard su Sarri e Conte: “Non è piacevole lavorare con tecnici italiani”
Eden Hazard non è uno dei protagonisti della stagione in corso del Real Madrid e il suo impatto con la realtà merengues non ha avuto l'effetto sperato ma il belga è molto fiducioso per il futuro. L'ex numero 10 del Chelsea ha rilasciato un'intervista al quotidiano belga Sport/Foot Magazine in cui ha fatto il punto dei suoi primi mesi al Real Madrid ("La gente ricorda solo le statistiche. I primi due mesi quel che ho fatto non è stato sufficiente. Mi sono detto: sei nuovo, fai le cose facili. La gente si aspettava che iniziassi a dribblare"), della microfrattura alla caviglia e del peso forma con cui si è presentato al ritiro estivo. Hazard ha confermato che il suo sogno era giocare con il Real Madrid fin da bambino:
Sì, un sogno. Quando ho iniziato a giocare nel giardino di casa era il club per cui tifavo. Zidane era il mio idolo. Lo stadio, quando l'ho visto in televisione, era magico. La maglia bianca, impeccabile, per me è sempre stata eccezionale. Un mito. Andavamo spesso in vacanza, con la famiglia, in Spagna. Ma mai a Madrid. È troppo lontano dal Belgio in auto.
In merito alle tante discussioni che si sono create sul suo peso forma il numero 7 dei Blancos non ha mentito e ha dichiarato:
È vero. Non lo nasconderò. Quando sono in vacanza, sono in vacanza. Aveva preso cinque chili in estate. Sono uno di quelli che prendono peso rapidamente e perdono velocemente. Quando avevo 18 anni, a Lille, pesavo 72 o 73 chili. Quando ho messo su massa muscolare sono andato a 75. Poi 77. Quest'estate ho toccato gli 80 chili, ma ho perso tutto in dieci giorni.
Hazard critica Sarri e Conte: Non è piacevole lavorare con tecnici italiani
Parole piuttosto critiche da parte di Eden Hazard nei confronti di Antonio Conte e Maurizio Sarri, i suoi due tecnici italiani al Chelsea. Il belga non ha nascosto di provare maggiore soddisfazione a lavorare agli ordini di Zinedine Zidane per i suoi metodi di lavoro:
L'allenamento col Real Madrid è sempre col pallone, lavoriamo sui movimenti. Quando lavori con tecnici italiani hai meno piacere ad allenarti. È un lavoro più frammentario e ripetitivo. Ma si trova piacere nella vittoria. Ho trascorso tre anni con manager italiani, quindi riscoprire questo piacere mi fa solo bene.