Le pagelle di Napoli-Parma 1-2: Kulusevski e Gervinho al top, il flop è Koulibaly
Milik e Kulusevski si guadagnano il proscenio al San Paolo ma è Gervinho a scrivere la parola fine sulla prima gara in panchina di Gattuso. L’ivoriano scatta al 92’, si prende tutto il campo e con la complicità dello svedese batte Meret, fra i migliori nel match, per il definitivo colpo del ko. L’ennesimo della stagione azzurra. Con Koulibaly che apre la strana serata campana con un involontario assist per Kulusevski, col senegalese fra i peggiori in campo sia pure in appena cinque minuti di gioco, che sa di amaro in bocca. Inizio e coda della partita, sponda azzurra, da incubo. Bene, fra le fila dei ducalin, Hernani, Sepe e Sprocati, sia pure largo a destra al posto di Cornelius, mentre vanno sottolineate le buone prove di Fabian Ruiz e Di Lorenzo. Ecco, al termine del colpaccio parmense, le pagelle del ‘San Paolo’.
I voti della sfida del San Paolo
Napoli (4-3-3) #1 Meret 6.5; #22 Di Lorenzo 6.5, #26 Koulibaly 4.5 (Dal 5’ Luperto 6), #44 Manolas 6-, #6 Mario Rui 6; #5 Allan 6 (Dal 63’ Mertens 6+), #20 Zielinski 6.5, #8 Fabian Ruiz 6+; #24 Insigne 6 (Dal 79 Lozano 5.5), #99 Milik 7, #7 Callejon 6-. A disposizione: #25 Ospina, #27 Karnezis; #13 Luperto, #23 Hysaj; #12 Elmas, #70 Gaetano; #18 Leandrinho, #11 Lozano, #14 Mertens, #9 Llorente. Allenatore Gennaro Ivan Gattuso 6-
Parma (4-3-3) #1 Sepe 6.5; #36 Darmian 6, #2 Iacoponi 6, #22 Bruno Alves 5.5, #28 Gagliolo 6; #15 Brugman 6, #10 Hernani 6.5, #17 Barillà 5.5 (Dal 67’ Grassi 6); #27 Gervinho 7, #11 Cornelius s.v. (Dal 15’ Sprocati 6; dal 78’ Pezzella s.v.), #44 Kulusevski 7+. A disposizione: #34 Colombi, #53 Alastra; #3 Dermaku, #16 Laurini, #97 Pezzella; #8 Grassi; #93 Sprocati, #88 Adorante. Allenatore Roberto D’Aversa 7
Koulibaly da horror. In cinque minuti, Kulusevski ne approfitta
Pochi minuti, pochi giri d’orologio e il Napoli, quello nuovo, sembra molto simile a quello di poche ore prima. Quello targato Ancelotti. Svagato, distratto, superficiale. Con Koulibaly, uno dei tanti chiamati al riscatto e a ribaltare lo scarso rendimento di avvio di stagione, sfortunato protagonista dell’infortunio, doppio, del vantaggio parmense. Il senegalese svirgola una palla sporca nella propria metà campo, da ultimo uomo, favorisce l’indemoniato Kulusevski che allunga col pallone, semina il #26, che poi cade e si fa male ai flessori, e batte sul primo palo l’incolpevole Meret. Per un avvio da horror, e non solo per Gattuso, col miglior difensore della scorsa Serie A costretto alla figuraccia e poi al cambio per Luperto.
Milik timbra il cartellino, Iacoponi e Bruno Alves beffati. Insigne poco concreto
La tripletta col Genk non sembra aver esaurito la voglia di gol del polacco Milik. L’alfiere a cui si aggrappa Gattuso e tutto il Napoli. E il #99 ex Ajax, come da copione, risponde. E lo fa in un momento, l’ennesimo della stagione campana, storto: i partenopei giocano bene, producono palle gol ma non riescono a fare male a Sepe. La rete non arriva. Poi, al 64’, dopo pochi secondi dall’ingresso di Mertens, per il 4-2-3-1 dei padroni di casa, il belga disegna un cross perfetto fra Iacoponi e Bruno Alves con Milik, statuario, che colpisce. Per il meritato pareggio, per un gol che vale tanto e non solo a livello individuale.
Una marcatura che premia lo sforzo (poi vano) della compagine di Gattuso che, spesso, specie con un propositivo Insigne (beccato poi dal pubblico in occasione del cambio con Lozano), non determina, non sfonda, non conclude nei momenti decisivi.
Kulusevski tuttocampista, Gervinho pericoloso in contropiede. Meret si oppone, fino al 92’
Lo svedese Kulusevski però, non si accontenta di fare gol, il quarto per lui in questo campionato, il #44 lotta su ogni pallone, si mette a disposizione dei compagni e gioca ovunque. Anche da punta, e con profitto, quando Cornelius esce per infortunio al 15’. Kulusevski svaria su tutto il fronte d’attacco, mette in crisi il pacchetto arretrato avversario e riscatta due prestazioni, come quelle contro Milan e Sampdoria, di certo non all’altezza delle sue doti. Ma lo svedese di origini macedoni non è il solo nell’attacco emiliano a fare bene. Anche Sprocati, da subentrato, e Gervinho, si rendono protagonisti di giocate utili, di rimessa che confermano la pericolosità in contropiede del sodalizio di D’Aversa. Che nel primo tempo sfiora il raddoppio con Meret, salvifico, a deviare una conclusione da dentro l’area dell’ivoriano.
Tiro che incontra la manona dell’ex Spal e poi si infrange sul montante destro del portiere azzurro. Per un tridente pericoloso, con le giuste alchimie e che evidenzia ancora una volta le lacune in campo aperto del Napoli. Come al 70’, con lo stesso #27 ducale a superare come birilli gli avversari per poi imbattersi, ancora una volta, sul muro Meret. Stavolta, alla Garella, col piede destro. Nel finale, Meret però non può più nulla sulla transizione attiva del Parma con Kulusevski che suggerisce per il solo Gervinho, per il suo sesto assist stagionale ed il comodo tap-in dell’1-2.
Allan a corrente alternata, Hernani lucido in regia
La prima di Allan da regista è buona a metà. E non era di certo difficile intuirlo. In sede di non possesso, nei 63’ di gioco, il brasiliano è il solito mastino invalicabile. In quella di possesso, il verdeoro incontra qualche difficoltà in più. Specie quando, in affanno per i vari recuperi a referto, si nasconde fra le maglie avversarie abbandonando compiti di playmaking. Al cospetto di un Hernani, dall’altra parte, sufficiente e diligente da metronomo e di due compagni come Zielinski e Fabian Ruiz che accompagnano a dovere la manovra superando la prova mezzala.
Callejon due volti, Gagliolo vigila su di lui
Il Napoli gioca molto sulla corsia mancina. Sembra quello di Sarri, almeno da questo punto di vista, ma latita sulla fascia opposta. O, almeno, non è così incisivo, così pericoloso. Merito di Gagliolo, della mediana ospite ma anche di un Callejon abulico che gioca con sufficienza e non garantisce alternative valide al solito Di Lorenzo. L’azione, da quelle parti, ristagna, non conosce sbocchi per un Napoli che poi si sbilancia ancora di più sull’altro lato dalle parti di Mario Rui, Zielinski e Insigne.
Nella ripresa, invece, lo spagnolo si desta dal torpore rivelandosi utile ai suoi in tandem con uno straripante Di Lorenzo.