Le pagelle del Milan da Scudetto, il capolavoro di Pioli: Ibra assente giustificato
Il Milan ha vinto il suo 19° Scudetto dopo undici anni. I rossoneri hanno disputato una grande stagione, con un impianto di gioco riconoscibile e una mentalità che ha ridato nuova linfa anche al pubblico milanista. Quello che doveva essere lo stadio dell’ultima apparizione di Stefano Pioli è diventato il luogo della rinascita del Diavolo. Sono tanti i protagonisti della cavalcata che ha riportato il Milan sul tetto d’Italia dopo più di un decennio.
Mike Maignan 9,5. Osservato speciale fin da subito per l’eredità che doveva cogliere. Pochissime esitazioni, tanta sicurezza. Mike è Magic in tutti i sensi.
Ciprian Tatarusanu 7. Si fa trovare pronto quando il titolare è fuori e il rigore parato a Lautaro è un mattoncino del tricolore. Al posto giusto.
Davide Calabria 8. Il salto di qualità a livello tecnico lo aveva già fatto ma quest’anno è arrivata anche la consapevolezza. Il terzino rossonero è ora un simbolo del Diavolo.
Alessio Romagnoli 6,5. Finisce fuori dai radar perché la coppia titolare non sbaglia un colpo ma c’è anche la sua mano sul titolo. Alla fine del viaggio.
Theo Hernandez 9,5. Uno dei terzini più forti al mondo per forza, qualità e partecipazione alla fase offensiva. Provate a prenderlo.
Pierre Kalulu 8,5. Per tanti a gennaio il Milan avrebbe dovuto prendere un difensore ma questo ragazzo francese ha sfoderato prove da calciatore navigato. Preciso nelle chiusure, bravo nell’impostazione.
Fikayo Tomori 9. Il vero ministro della difesa rossonera è lui, direttamente dalla perfida Albione. Il centrale ex Chelsea è diventato un pezzo fondamentale del Milan ed è uno dei frutti del mercato mirato che il Diavolo sta mettendo in atto da tempo.
Simon Kjaer 8,5. Miglior attore non protagonista.
Alessandro Florenzi 7,5. Gli infortuni lo frenano ma riesce a dare il suo contributo. Le firme di Empoli e Verona fanno parte del film milanista.
Matteo Gabbia 6. Poche apparizioni, qualche incertezza. Vincere aiuta a crescere.
Fode Ballo Tourè 5,5. Sprinta ma spesso fa confusione. Rimandato a settembre.
Ismaeal Bennacer 8. Cuore e cervello a disposizione dei compagni. Le zampate di Cagliari e Udine sono parte del mosaico che il Diavolo si è regalato per questo 19° tricolore.
Sandro Tonali 9,5. Lo scorso anno in tanti, anche tra i tifosi rossoneri, lo avrebbero rispedito a Brescia ma lui ha risposto a tutti diventando il simbolo del centrocampo milanista. Uomo ovunque.
Rade Krunic 7,5. È il calciatore che Pioli utilizza per equilibrare la squadra nei momenti di difficoltà. Da mediano o da trequarti, il bosniaco si è ritagliato un ruolo importante nella fase calda della cavalcata Scudetto.
Samuel Castillejo 6. Risponde all’appello quando chiamato in causa e si rende utile per sbloccare le gare più complesse.
Brahim Diaz 7. Doveva essere la stagione della sua consacrazione ma lo spagnolo dopo un ottimo inizio si è perso tra infortuni e prove non brillanti. Ritrova la rotta ma non il solito smalto. A fasi alterne.
Frank Kessié 8. La sua posizione è stata difficilissima da gestire quando ha fatto capire che non avrebbe rinnovato. L’ivoriano non è stato sempre brillante ma ha fatto tutto quello che Pioli gli ha chiesto di fare. Hola y adios.
Alexis Saelemaekers 7,5. Da oggetto misterioso è diventato un uomo su cui Pioli fa affidamento. Entrambe le fasi con impegno e abnegazione.
Timoué Bakayoko 5. Non è il ricambio che il Milan cercava e sperava.
Oliver Giroud 8,5. Esperienza, gol e conoscenze. Il numero 9 che al Milan mancava è arrivato per interrompere la maledizione che durava dai tempi di Inzaghi e far sedere di nuovo il Diavolo sul trono. Mentalità.
Ante Rebic 6,5. Il croato ha sofferto spesso problemi fisici ma quando è stato chiamato in causa ha dato sempre il suo contributo. Le reti contro Juventus e Salernitana portano punti e voglia di provarci.
Zlatan Ibrahimovic 7,5. Nonostante non abbia inciso come negli anni precedenti, lo svedese è la vera anima vincente del nuovo corso del Milan. Non c’è stato molto in campo, ma si è sentito nello spogliatoio.
Rafael Leao 9,5. È il calciatore più decisivo, quello che cambia il volto del Milan. Strappa, dribbla e fa gol. Unico nel suo genere. Funambolo.
Junior Messias 7. Gol, assist e tanta applicazione. Il brasiliano ha colpito tutti per la sua storia ma oltre al suo percorso si è reso utile alla causa in diversi momenti dell’anno. Utile
Daniel Maldini 6,5. Un’altra pagina di storia rossonera. La dinastia continua.
Stefano Pioli 10. Al Mapei Stadium era arrivata la sua conferma in panchina e nello stesso luogo il suo primo Scudetto da allenatore. Il tecnico di Parma ha costruito una squadra sulle sue idee ma non ha mai pensato di snaturare i calciatori. Reggio Emilia nel destino.