Le notti brave di James Rodriguez e del Bayern Monaco: “Un animale da feste”
Un animale da feste dove "the beast" era James Rodriguez, descritto come animatore della serata, uno dei più propensi allo svago. E ancora: i calciatori tornavano barcollando in hotel dopo aver alzato un po' il gomito e trascorso tutta la notte nei locali. Le rivelazioni emergono dal passato recente e alzano il velo su quanto accaduto al Bayern Monaco durante l'esperienza in panchina di Niko Kovac. Il suo incarico di allenatore è durato un paio di anni: il tempo di vincere un titolo in Bundesliga e una Coppa di Germania poi è stato esonerato. Ma la sua figura di tecnico era stata messa in discussione dalla squadra molto tempo prima.
È il quotidiano tedesco "Bild" che tira fuori dal cassetto i segreti dello spogliatoio e li mette in piazza con dovizia di particolari. Senza risparmiare i dettagli più intriganti. Se il buongiorno di vede dal mattino, a segnare l'arrivo di Kovac nel 2018 fu un episodio particolare. Durante una tournée precampionato a Miami, che al tecnico servì per dare il proprio imprinting alla rosa dopo Jupp Heynckes, avvenne l'irreparabile, il più classico di punto di non ritorno. La squadra, che aveva lavorato duramente, si aspettava una sorta di piccola licenza premio, la possibilità di godere di qualche ora di libertà ma venne gelata dal "da qui nessuno si muove" di Kovac.
La sua posizione fu intransigente: non poteva accettare che il gruppo di distraesse a pochi giorni da un test molto importante con il Manchester City e con il debutto in campionato all'orizzonte. "Non è possibile fare feste nel periodo di preparazione", disse. Ma quel diktat venne ignorato dalla squadra che in segno di sfida lasciò l'albergo e utilizzò una chat su WhatsApp chiamata "Miami Nights" utilizzata per ricordare quei momenti, in particolare la performance di James Rodriguez – in prestito dal Real Madrid – definito "la bestia della festa", apparso in un video di quella serata in Florida.
Al rientro in hotel alle 6 del mattino la squadra di aspettava una dura reprimenda da parte dello staff tecnico ma di fronte al silenzio dell'allenatore i calciatori reagirono male. Credevano che sarebbero incappati in una punizione, non fu così. È in quel momento – racconta il giornale tedesco – che Kovac perse le redini del gruppo che nelle serate successive replicarono le uscite.