Le mosse con cui l’Inter può ridurre i costi evitando il ridimensionamento
La festa è finita, l'Inter inizia a pensare al futuro. E il futuro, in piena pandemia, non può che basarsi sulla riduzione dei costi. Dall'ultima riunione tra il presidente Steven Zhang e i dirigenti del club sono emersi vari dettagli in merito alla nuova politica di austerity del club neo campione d'Italia, ma ciò non significa dover affrontare scelte dolorose. Rinunce, quelle sì, come d'altronde fatto già da Suning e chiesto agli stessi dirigenti per ciò che riguarda premi e bonus. Ma questo non equivale certo a ridimensionare il progetto sportivo, tanto più all'indomani di uno scudetto vinto con quattro giornate d'anticipo. Il tracollo dei ricavi causato dalla pandemia dovrà portare, per forza di cose, a nuove strategie.
Qual è il costo della rosa dell'Inter
Si fa presto a dire tagli. Lo scorso 30 giugno, i costi di produzione sono aumentati di oltre 15 milioni di euro (da 428,2 a 443,9 milioni di euro) e la voce maggiore riguarda i costi del personale, che sono arrivati a sfiorare i 200 milioni di euro (198 milioni, in aumento del 44,6%). Altra voce pesante nell'ultimo bilancio è quella relativa ad ammortamenti e svalutazioni, pari a 139 milioni al 30 giugno 2020. Per il 2021, il costo del lavoro si aggirerebbe sui 270 milioni di euro – stando alle cifre riportate dalla Gazzetta dello Sport – e per l'Inter rappresenta il primo scoglio nella strada che porta verso l'autosostentamento. È proprio qui che Zhang proverà ad intervenire, cercando di alleggerire sia il peso degli ingaggi, sia l'ammortamento dei cartellini. E più che tagli, a questo punto, la strategia dell'Inter potrebbe portare a delle rimodulazioni (o spalmature), da concordare con i propri tesserati.
Prolungare i contratti avrebbe come principale effetto quello di ridurre l'ammortamento annuo. Prendiamo alcuni degli esempi più rilevanti: il cartellino di Lukaku (senza considerare lo stipendio) pesa circa 13 milioni annui sui conti dell'Inter e, dopo due stagioni, il valore residuo è di circa 39 milioni di euro, partendo da un valore di base pari a 65 milioni. Se il belga, in scadenza nel 2024, dovesse rinnovare per un altro anno, vedrebbe il proprio peso ridotto al di sotto dei 10 milioni di ammortamento annuo. Addirittura meno di 8 milioni annui in caso di rinnovo biennale. Tutto questo senza toccare l'ingaggio lordo da meno di 12 milioni, per il quale l'Inter gode comunque delle agevolazioni previste dal Decreto Crescita. Stessa cosa con l'atteso nuovo contratto per Bastoni (a cui verrà adeguato l'ingaggio). Un effetto pressoché identico a quello avuto col rinnovo di Skriniar nel 2019, con conseguente alleggerimento sul fronte degli ammortamenti.
Esuberi e stipendi, dove può risparmiare l'Inter
Per cercare di mantenere intatto il nucleo che ha vinto lo scudetto, l'Inter proverà a fare i veri tagli liberandosi degli esuberi. Sia quelli attualmente presenti nella rosa di Conte, sia quelli dati in prestito altrove. Nel primo caso, buona parte del lavoro la farà il tempo. Il 30 giugno prossimo scadranno i contratti di Kolarov, Ranocchia, Padelli, Young e D'Ambrosio: tolto quest'ultimo, per gli altri il rinnovo non appare essere una priorità. Salutandoli tutti e quattro il risparmio sarebbe di 8,3 milioni netti. Considerando che per l'ingaggio di Young, pari a 3 milioni netti, l'Inter usufruisce di una tassazione agevolata (in quanto "impatriato"), solo le quattro scadenze inciderebbero positivamente per poco più di 11 milioni. Un risparmio da aggiungere a quello di eventuali accordi per spalmature e rimodulazioni dei contratti, che come già visto hanno un effetto positivo sugli ammortamenti.
Fin qui, però, lo sguardo si è sempre focalizzato sulla rosa attuale dell'Inter. Non va dimenticato che sono ancora di proprietà del club nerazzurro i vari Nainggolan, Joao Mario, Lazaro e Dalbert. Tutti giocatori per i quali la dirigenza interista spera in un riscatto da parte delle società dove militano attualmente, sia per monetizzare (ove possibile) sulla loro cessione, sia per evitare che tornino a gravare sulle proprie casse. Nainggolan ha ancora un anno di contratto con l'Inter e pesa oltre 9,5 milioni solo di ammortamento, senza contare lo stipendio che viene in parte versato ancora dai nerazzurri. Il riscatto da parte del Cagliari può essere un'ipotesi realistica solo in caso di salvezza dei sardi, attualmente quartultimi in classifica, ma ancora in piena lotta per non retrocedere. Più probabile, invece, che lo Sporting Lisbona possa trattenere Joao Mario, il cui contratto è stato rinnovato fino al 2022 dall'Inter proprio per poterlo dar via in prestito secco. Un riscatto sulla base di 10 milioni, ma anche nel caso dovesse essere trovato un accordo per cifre inferiori, per l'Inter rappresenterebbe una plusvalenza.
Cosa può attendersi l'Inter sul mercato
In sostanza, i tagli dell'Inter possono essere indolori e sostanziosi, senza pensare di dar via alcun big. A ciò, però, dovrà anche seguire una politica più austera sul mercato in entrata, perché la riduzione di tali costi non può essere vanificata da ulteriori spese. Sacrifici che ha fatto già Suning, dato che nel 2020 ha rinunciato a 70 milioni di crediti messi a bilancio come finanziamento soci, ma ora vuole continuità sia sul piano sportivo che su quello economico. Due piani perfettamente collegati, come dimostra lo scudetto vinto dalla squadra di Conte, che dovrebbe sedersi ad un tavolo con Zhang nei prossimi giorni. Il contratto del tecnico scade nel 2022 e nei piani della società c'è la prosecuzione di un rapporto che ha riportato l'Inter sul tetto della Serie A dopo undici anni, ma è chiaro che anche il suo ingaggio dovrà rientrare nelle strategie economiche e finanziarie del club. Intanto, la certezza di partecipare alla Champions League da campioni d'Italia garantisce 50 milioni di euro svincolati dai risultati sul campo e, in più, si attende il finanziamento da 250 milioni che graverà sui conti della controllante Great Horizon. Da qui parte la strada verso un'Inter più sostenibile.