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Le contraddizioni della UEFA: l’arcobaleno non è solo un simbolo da esibire

L’UEFA ha detto no alla proposta di illuminare l’Allianz Arena di Monaco con i colori dell’arcobaleno a sostegno della comunità LGBT in occasione di Germania-Ungheria. La spiegazione offerta dal massimo organo calcistico continentale con riferimento ad un’iniziativa che sarebbe stata a suo dire “politica” non convince ed è contraddittoria.
A cura di Marco Beltrami
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A sinistra il logo dell'UEFA ornato dei colori dall'arcobaleno e a destra parole che ribadiscono con una spiegazione poco convincente il no alla proposta di illuminare con gli stessi colori lo stadio Allianz. Se il comunicato diramato ieri dal massimo organo calcistico continentale per giustificare il rifiuto alla proposta del sindaco di Monaco di Baviera di colorare l'Arena di Monaco in occasione di Germania-Ungheria (con il vessillo che manifesta il sostegno alla comunità LGBT), ha sollevato un polverone di polemiche, la nota pubblicata oggi peggiora le cose rappresentando una vera e propria contraddizione.

I colori non fanno rumore. Ecco perché l'idea di illuminare con i colori dell'arcobaleno l'Allianz Arena per ribadire il proprio sostegno alla comunità LGBT contro ogni forma di discriminazione, e a sostegno del movimento di liberazione sessuale, sembrava una proposta assolutamente non "pericolosa", ma anzi apprezzabile. Il tutto in occasione non di un match banale, ma di Germania-Ungheria, per rispondere al parlamento ungherese che con la cosiddetta legge contro "promozione dell'omossessualità" ha imposto una serie di restrizioni, legate alla condivisione di particolare contenuti per chi non ha raggiunto la maggiore età.

Tutti si aspettavano dunque che la proposta del primo cittadino di Monaco di Baviera venisse accettata, perché che cos'è lo sport e il calcio se non condivisione, tolleranza, rispetto. Quel rispetto di cui la stessa UEFA si fa promotrice spesso e volentieri con la campagna "respect". Eppure proprio il massimo organismo continentale ha deciso di dire di no all'illuminazione dell'Allianz Arena, parlando di "scelta politica". Una situazione inaccettabile per chi si è definito "politicamente" neutrale. Ecco allora che sono tanti i club, come Juventus, Barcellona, Milan e giocatori che hanno deciso di "rispondere" per le rime sventolando anche sui social i colori della bandiera rainbow. Un braccio di ferro cromatico tra l'altro che ha fatto pensare anche a strascichi di vecchie ruggini per il caso della Superlega.

La sensazione è che si sia persa un'occasione, e che l'iniziativa della Federazione tedesca di distribuire ai tifosi 10mila bandierine arcobaleno rappresenti una giusta risposta e anche uno schiaffo morale ad una UEFA che è riuscita poi a peggiorare addirittura le cose. Nel nuovo comunicato odierno la federazione continentale del football, si è detta "orgogliosa di indossare i colori dell'arcobaleno", ribadendo come la richiesta dell'illuminazione dell'Allianz Arena sia stata solo di natura politica perché legata alla presenza dei magiari. In realtà l'unica decisione che sembra "politica" nel vero senso della parola sembra quella presa dall'organismo presieduto da Ceferin, che ha sciupato l'occasione per dimostrare proprio anche nei fatti quel "fermo impegno per una società migliore e inclusiva", di cui si parla nella nota.

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Giornalista dal 2013, collaboro con Fanpage.it dal 2010 con la mansione di redattore per l'Area Calcio. In passato ho collaborato con le testate giornalistiche Tuttobari, Tuttojuve, Sporteconomy, ricoprendo anche l'incarico di direttore per Go-Bari.it, con un'esperienza da correttore di bozze per la Graphiservice. Laureato in lettere, ho conseguito un master in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo presso la Eidos. Gestisco un blog ("Il blog di Marco Beltrami") dove condivido riflessioni e considerazioni.
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