Le cocenti sconfitte di Ronaldo contro il Milan, quando il “diavolo vestiva Ancelotti”
Dieci partite. Cinque vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Cinque gol fatti, l'ultimo risale al 13 febbraio scorso prima che pandemia da Covid-19 bloccasse il calcio in Italia e in Europa. La rete siglata da Cristiano Ronaldo allo scadere ha indirizzato la qualificazione della Juventus, adesso a un passo dalla qualificazione alla finale di Coppa Italia: dopo l'1-1 nell'andata a San Siro, ai bianconeri basta anche un pareggio per 0-0 all'Allianz Stadium (12 giugno, ore 21).
Il Milan non è una delle vittime preferite di CR7 (ne ha fatti 27 al Siviglia e 25 all'Atletico Madrid) ma in carriera ha raccolto quasi sempre successi importanti nelle sfide contro i rossoneri. Quasi… perché quando gli ricordano cosa è accaduto in Champions sono dolori e la dura legge del campo lo ha costretto a tornare nello spogliatoio a capo chino. I ricordi più brutti sono legati a quando il "diavolo vestiva Carlo Ancelotti": contro il tecnico di Reggiolo, che qualche anno più tardi lo avrebbe allenato a Madrid, la stella del campione portoghese si sarebbe oscurata nelle notti di Coppa.
Allora Ronaldo era un ventenne di belle speranze e vestiva la maglia del Manchester United. Non bastarono tutte le ‘coccole' e le rassicurazioni di Sir Alex Ferguson per esorcizzare quell'avversario che lo avrebbe battuto con identico risultato (1-0) tanto all'andata quanto al ritorno degli ottavi di finale (2004/2005, in quell'edizione amara per il Milan a causa della sconfitta cocente in finale col Liverpool).
Copione identico, trama differente due anni più tardi: il diavolo di Carletto recita a braccio e nel doppio confronto in semifinale prevale (2006/2007). A Old Trafford CR7 apre le marcature (con Heinze che quasi rubò la paternità della rete al lusitano dopo la deviazione di Dida) poi lascia a Wayne Rooney (doppietta) il proscenio: 3-2 il risultato con la doppietta di Kakà che tiene il diavolo in corsa per il ritorno a San Siro. Al Meazza non ci sarà storia: 3-0, segnano Kakà, Seedorf e Gilardino. Nella finale di Atene l'uno-due micidiale di Pippo Inzaghi vendica la disfatta di Istanbul. E Ronaldo stava a guardare.