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Morto Paolo Rossi, l'eroe del Mondiale 1982

Le ceneri di Paolo Rossi conservate in un’urna a forma di Coppa del Mondo

La città di Prato, dove Paolo Rossi era nato, ha dato l’ultimo saluto al campione che regalò all’Italia la gioia della vittoria al Mundial del 1982 in Spagna. La commemorazione in onore di Pablito è avvenuta in Duomo, le sue ceneri erano custodite in un’urna a forma di Coppa del Mondo. A portarle c’erano la moglie Federica Cappelletti e i figli Sofia Elena, Maria Vittoria, Alessandro.
A cura di Maurizio De Santis
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Le ceneri di Paolo Rossi conservate all'interno di un'urna a forma di Coppa del Mondo. Con le stesse sembianze di quel trofeo conquistato in Spagna, battendo in finale la Germania Ovest per 3-1. A dare il ‘la' al trionfo fu proprio una rete di Pablito. Dopo aver fatto piangere il Brasile con una tripletta e schiantato la Polonia, vibrò il primo colpo ai tedeschi aprendo la breccia per Tardelli e ‘spillo' Altobelli. Prato, città dove era nato, ha voluto dare l'ultimo saluto all'ex campione iridato che con la maglia della Nazionale ha scritto una delle pagine più belle dello sport e del calcio italiano.

L'ex attaccante è morto a 64 anni il 10 dicembre scorso a causa di un tumore. Se n'è andato tra le braccia della seconda moglie, Federica Cappelletti, che è rimasta al suo capezzale nel momento più duro, più triste e difficile. A portare l'ampolla nel Duomo per la commemorazione era proprio lei, accompagnata dalle figlie Sofia Elena e Maria Vittoria e da Alessandro, il primogenito di Rossi nato da Simonetta Rizzato (la prima consorte).

È sempre molto emozionante verificare questo grande affetto nei confronti di Paolo – ha ammesso la moglie di Rossi in quei momenti di grande commozione -. Prato è la città dove è nato e dove ha i suoi affetti. Un fiume di amore e di bene. Questa è stata una grande dimostrazione d'amore. E ringrazio tutti.

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Circa duecento le persone presenti nella basilica, numero massimo consentito dal protocollo e nel rispetto delle norme anti-Covid. Molte di più quelle che hanno affollato il sagrato ed erano sparse nella piazza antistante, facendo da ala al corteo in onore dell'ex giocatore. E quando la moglie di Pablito, sulle scale della chiesa, ha mostrato quella teca a forma di Coppa del Mondo sollevata dal marito campione a Madrid nel 1982, l'applauso ha spazzato via anche la profonda tristezza.

La città di Prato ha perso un figlio che ha amato per il suo garbo, la sua gentilezza, la sua personalità. Era giusto che questa città salutasse il suo campione più conosciuto – ha ammesso il sindaco del Comune toscano, Matteo Biffoni -. È stata una scelta che abbiamo condiviso con la sua famiglia.

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